mercoledì 27 luglio 2011

Top 11 Copa America

Top 11

Muslera: Il premio andrebbe in coabitazione con Justo Villar, autore di una splendida Coppa America ma un pò teatrale nelle parate. Dopo Lazio-Milan 1-5 di Ottobre del 2007 , che gli costò il posto ad appannaggio del"giovincello" Ballotta, sembrava essere un giocatore destinato alla damnatio memoriae. Invece si è ripreso quel posto, è migliorato esponenzilamente ed è arrivato in cima al Sud America. Giocherà al Galatasaray, ho l'impressione che per la Super Lig sia sprecato,

Maxi Pereira: Il terzino del Benfica ha dimostrato di essere un cursore eccezionale, fa le due fasi con grandissima intensità di gioco. Certo in fase di non possesso si può migliorare, ma nell'Europa che conta un giocatore così può far comodo.

Lugano: Il capitano campeon. Al San Paolo era la donna dalle belle ciglia: la vogliono tutti nessuno la piglia. Al Fenerbahce ha fatto vedere cose encomiabili. In questa Coppa America è stato un muro invalicabile. Conosco in Italia una squadra a cui tornerebbe utilie...

Vizcarrondo: L'MVP romantico della coppa America. Difensore rozzo come pochi, ma dannatamente concreto ed efficace. Segna un gol importante contro il Cile e sgomita lottando contro tutti gli attaccanti della Copa America. Ha vinto quasi sempre.

Cichero: La meteora del Lecce 2005/2006 ha dimostrato qualità importanti in un ruolo dove c'è penuria. Mette continuativamente palle in mezzo, torna costantemente a coprire e segna pure gol importanti. Si merita una seconda chance in una Top League.

Estigarribia: Esterno funambolico, assieme a Valdez uno dei pochi che nel Paraguay voleva giocare a calcio e non a Palla prigioniera. Dribbling e velocità sono caratteristiche importanti del suo bagaglio tecnico. Ha giocato anche in Ligue 1 nel Le Mans, fallendo quasi miseramente. E' comunque un giocatore giovane, avrà altre possibilità.

Diego Perez: Non so se a voi sia piaciuto, ma a me si. Vero, è stato un pò troppo irruento, vedi il fight club di Uruguay-Argentina. Ma in questa edizione ho visto pochi centrocampisti in grado di avere la stessa intensità di gioco per una partita intera.

Guarin: Conferma le belle cose che ha fatto vedere quest'anno al Porto. Fisico da guerriero con piedi ottimi e grande visione di gioco. Centrocampista moderno, mi aspetto di vedere qualche offerta

Vargas: Effettivamente ho messo due esterni mancini. Ma la Copa America del giocatore viola merita una menzione. Da capitano e da leader ha trascinato il Perù. Le caratteristiche le conosciamo, e da anni che è accostato a una grande squadra. Sarà l'ora del grande salto?

Guerrero: Promessa non mantenuta al Bayern, cazzeggiatore d'area di rigore di stirpe all'Amburgo. La vera sorpresa della Copa America. Chissà se ritroverà il feeling col gol in campionato...

Suarez: MVP-MVP-MVP e non ci sono discussioni. Nei sei mesi passati al Liverpool quest'anno ha bucato poco la porta rispetto agli standard che aveva all'Ajax. Bisognava comunque concedergli un periodo di ambientamento, in cui comunque ha fatto vedere belle cose. In Copa America ha regalato gol, assist e giocate. Un repertorio da Top Player per il Top Player della manifestazione. Pochi giocatori sono in grado di incidere come lui. E' atteso alla conferma in Premier League, ma con quei mezzi, non sfondi soltanto se decidi che non devi sfondare.

La mia coppa America 2011...Rabiosa? No, noiosa!

La prima edizione della Copa America che ho seguito fu quella del 1999, vinta dal Brasile che in panchina aveva un semisconosciuto, che poi sarebbe diventato Ronaldinho Gaucho, che segno anche un gol in un roboante 7 a 0 al Venezuela, quando la vinotinto era una sorta di Liechtenstein ispanico, calcisticamente parlando. Le edizioni del 2001, del 2004 e del 2007 avevano sempre regalato qualcosa di particolare agli appassionati di calcio. Quest'edizione disputatasi in Argentina, che partiva con grandi proclami e nomi altisonanti, mi ha coinvolto come mi coinvolgerebbe un film senza dialoghi Uzbeko coi sottotitoli in Swahili. Dal punto di vista della qualità del gioco, a parte l'Uruguay, che ha vinto con merito, non si è visto nulla di esaltante, anzi. Cominciamo la disamina dai padroni di casa delusi. L'Argentina non esprimeva un calcio esatto, era un maramaldeggiare continuo di caos dalla cintola in giù e di qualità dalla cintola in su. Batista è riuscito a fare peggio di Maradona sotto tutti i punti di vista, e secondo me si è impegnato parecchio. A cominciare dalla posizione di Messi, giocatore devastante con il suo club, ma ridotto ad essere un'amaro qualunque in nazionale. Inoltre il commissario tecnico della Seleccion non è stato in grado di ottimizzare l'abbondanza offensiva di cui disponeva, cosa che di fatto ha pregiudicato l'equilibrio già labile, di una squadra che era costruita per trionfare e che si è collassata su se stessa. Passiamo alla Bolivia. Bè notoriamente è una squadra che ha davvero poca qualità, è risaputo. Eppure la prima partita contro l'Argentina aveva lasciato un pò in tutti gli appassionati la speranza di rivedere una Bolivia stile 94-97, quella che fece fiasco al mondiale, ma che ci arrivò e anche bene, per poi giocarsi la finale di Copa America 3 anni dopo col Brasile. Poi qualcosa si è spento e Campbell e Falcao hanno fatto il resto. Adesso tocca al Brasile. Devo ammettere che io sono un grosso estimatore di Mano Menezes sin dai tempi del Gremio. In questo caso però mi tocca ammettere che ne ha combinate di tutti i colori tatticamente parlando. Voleva un Brasile giovane e spumeggiante in stile Barcellona. Ramires non mi sembra Iniesta e Lucas Leiva non mi sembra un giocatore direttamente. Inoltre insistere su Ganso che si è dimostrato un giocatore che vale 30 milioni di euro del Monopoli mi è sembrata una scelta suicida. A completare il quadro l'incapacità del reparto offensivo di segnare gol pesanti. Pato e Neymar si son mangiati l'immangiabile, Robinho si è riciclato come mediano d'attacco e l'unica punta pesante a disposizione era Fred, fate voi. Adesso tocca al Cile. Tutti si aspettavano cose mirabolanti dalla Roja di Claudio Borghi, ex pupillo di Berlusconi e campione del mondo nel 1986. Il Cile ha espresso un gioco gradevole, ma molto fumoso. Tutti si aspettavano cose mirabolanti da Sanchez, che ha disputato un buon torneo ma che non può ovviamente reggere tutta una squadra. Non me ne voglia Chupete Suazo di cui son sempre stato un estimatore, ma forse Pinilla avrebbe fatto comodo. Arriviamo ai Cafeteros. La nazionale colombiana si presentava con la selezione piu forte dai tempi del trionfo casalingo del 2001. L'undici titolare era di tutto rispetto e in panchina c'era gente come Rodallega e Zapata, che gioca in Europa ad alti livelli da anni. Il gioco era semplice, palla lunga e pedalare, difesa ermetica, esterni funambolici e palla a Falcao, una delle rivelazioni della stagione calcistica. Era andato tutto da copione. Anche col Perù doveva andare così. Una serie di circostanze combinate alle tavanate galattiche di Martinez hanno portato all'eliminazione. Non me la sento di essere colpevolista, ma nel calcio nella maggior parte dei casi la sfortuna non può essere una giustificazione. Ospitati della CONCACAF volume 1. La selezione Costaricense Under 23 era partita come squadra cuscinetto e invece si è dimostrata un'ottima squadra, che ha onorato l'impegno e che ha sfiorato la qualificazione, mostrando inoltre al mondo la probabile rising star Joel Campbell, già paragonato a Eto'o. Ha rifiutato l'Arsenal, chissà quali treni passeranno per lui. Passiamo all'Ecuador. Rueda poteva contare su gente come Valencia, Noboa e Caicedo,e sull'esperienza di alcuni senatori della nazionale. Comunque poca roba per sperare di competere per qualcosa di importante in questo torneo concluso con un punto e due regali di Julio Cesar a Caicedo. Ospitati dalla CONCACAF volume 2. La nazionale Messicana fresca di Gold Cup e di scandali narco-sessuali si presenta anch'essa con la selezione Under 23, tanto per regalare 3 partite e ammirare le bellezze dell'Argentina. Le precedenti edizioni in cui il Messico era sempre li li per giocarsi il trofeo, quest'anno sono state solo un ricordo. Passiamo all'Albiroja, il Paraguay. Gioco scadente, sterilità offensiva, centrocampo abulico, difesa da registrare(Alcaraz è il titolare, fate voi) e una discreta propensione alle risse. Risultato finale secondo posto. Sintomatico di una qualità del torneo sicuramente inferiore rispetto alle aspettative e alle precedenti edizioni. Uniche note positive Haedo Valdez, che ha sopperito ai suoi limiti tecnici con la tenacia dei campioni e il funambolo Estigarribia. Ora il Perù. A inizio torneo hanno perso Farfan e Pizarro, rischiando di perdere anche Vargas. Io li avevo dati per fritti. Mi hanno smentito, mettendo in campo tanta grinta e giocando un calcio intelligente, adattato all'avversario. L'Uruguay era troppo forte ma questo terzo posto con un ritrovato Guerrero(il cugino "scemo" di Santa Cruz al Bayern) è un risultato di tutto rispetto, che merita un plauso. Passiamo ai miei preferiti, il Venezuela, la vinotinto, quelli che erano più sfigati del Liechtenstein fino a qualche tempo fa. Rispetto a quegli anni hanno giocatori più talentuosi, vedi Rondon e Arango. Sono arrivati in semifinale giocando un calcio vintage, con il 4-4-2 classico e tanto lavoro operaio. E' un risultato storico, speravo che vincessero ma il calcio non è un cartone animato. Comunque anche loro meritano tanti applausi. Dulcis in fundo i campioni, l'Uruguay. Tanti addetti ai lavori e giocatori di vario genere ricordavano che oltre al Brasile e all'Argentina c'era la Celeste, che tanto bene aveva fatto ai Mondiali. L'Uruguay era una grandissima orchestra di giocatori di talento, diretta da quella vecchia volpe di Tabarez, allenatore che in Italia non ha saputo farsi apprezzare, ma che sicuramente di calcio ne capisce. La vittoria è il giusto premio a un lavoro svolto negli anni. I giocatori Uruguaiani, un tempo simpatici macellai come Montero o geni discontinui del pallone come Recoba, adesso militano quasi tutti in Europa da titolari, con risultati sommariamente soddisfacenti. In un periodo di ricostruzione per la Selecao e la Seleccion, chissà che per la Celeste non ci sia un'ulteriore Place of Honour ai Mondiali del 2014. Abbiamo assistito alla consacrazione definitiva di Luis Alberto Suarez, giocatore straordinario, maturato esponenzialmente. Abbiamo potuto apprezzare la grinta di Perez e Arevalo Rios, la corsa ossessionante sugli esterni di Alvaro Pereira e del suo quasi omonimo Maxi Pereira e abbiamo visto in difesa giganteggiare Lugano, capitano coraggioso del vapore, assieme a Coates, partito come riserva di Godin...ne sentiremo parlare in futuro. La Copa America si è conclusa 3 giorni fa, tra un pò posterò la mia top e flop 11. La menzione finale spetta a Shakira, autrice del brano Rabiosa, in cui nel video regala una lap dance d'altri tempi. Il motivetto è riecheggiato in tutto il mondo, un pò come Waka Waka l'anno scorso. Però questa Copa America più che rabiosa come Shakira è stata noiosa!