martedì 24 aprile 2012

Il Barcelona e la solita storia dell'anno successivo

Pochi minuti fa il Chelsea ha pareggiato con il Barcelona, strappando dunque il pass per la finale di Champions di Monaco di Baviera. Un risultato iper meritato, conseguito da un Chelsea gagliardo che nonostante l'inferiorità numerica è riuscito a impattare la partita, restando compatto e unito contro un'avversario molto più forte. Molti dicono che questa partita ricorda la semifinale di due anni fa contro l'Inter. Secondo me, il Chelsea ha fatto molto meglio dell'Inter, perchè a differenza dei neroazzurri, in una situazione simile se non più difficile ha saputo aspettare il momento in cui uscire la testa dal guscio di tartaruga. Ad ogni modo mi sento in dovere di fare delle considerazioni sul Barcelona. Non tanto per la partita, in cui secondo me il Barcelona, non ha giocato così male come si può pensare . Ma per quello che accade nel Barcellona di Pep Guardiola e degli illegali l'anno successivo alla vittoria della Champions League, fattispecie esatta stagione 2009/2010 e 2011/2012.. Nel 2009 ricordiamo tutti la formazione tipo del superBarca del triplete: Victor Valdes; Dani Alves, Puyol, Piquè, Abidal; Busquets(o Yaya Tourè), Iniesta, Xavi; Eto'o, Messi, Henry. Una squadra spettacolare, con un tasso tecnico elevatissimo che vinse con merito la finale di Champions a Roma contro il Manchester United. Estate 2009: la vecchia legge "Squadra che vince non si cambia" viene stravolta dal Barcelona, che acquista per 75 milioni di euro, 50 più il cartellino di Samuel Eto'o valutato 25 milioni in plusvalenza, di Zlatan Ibrahimovic dall'Inter. A questa scelta di mercato se ne aggiungono altre: la cessione di Yaya Tourè per 24 milioni di pound, praticamente subito reinvestiti nell'acquisto di Mascherano dal Liverpool per 22 milioni di pound, e fino a qua, come mossa ci può anche stare, via un'ottimo mediano, degnamente rimpiazzato. Ma a Barcelona si sa, sono glamour, vengono acquistati anche Maxwell e  Chygrinsky, disastroso stopper ucraino, ma davvero disastroso, pagato 25 milioni di euro allo Shaktar, cioè la stessa cifra della valutazione di Eto'o. Stagione 2009/2010. Il Barcelona vince i trofei consequenziali alle vittorie della stagione precedente, cioè la Supercoppa di Spagna, la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club, cui aggiunge un'altra Liga conquistata praticamente a mani basse. Si vede però che nel Barcellona qualcosa è cambiato. Henry non è più titolare, gioca il giovane Pedrito, che il suo posto se lo è guadagnato a forza di ottime prestazioni e gol pesanti. Ma la vera "rivoluzione copernicana", non nell'accezione classica del termine, è la punta. Non più una punta felinide come Eto'o implacabile goleador rapido come una pantera, ma Ibrahimovic, talento purissimo con uno scarso feeling con l'Europa e con l'attacco a 3 punte. Non è un fatto di cifre(21 gol in 45 partite complessive non è un brutto bottino) è proprio un fatto tattico. Un pennellone come Zlatan rende meglio con una squadra costruita solo per lui, Ibracentrica, definiamola così. Adattarsi in un modulo come il 4-3-3, modulo di spettacolo ma anche di fatica, in quel tipo di attacco lì che è un attacco che richiede grande corsa e ottima capacità di tagli e inserimenti non è una cosa che si sposa col background fisico e tecnico dello svedese. Ciò si è tradotto in una relativa "penuria" di risultati e in quella che sarà una clamorosa minusvalenza di bilancio, cui si aggiunge la consapevolezza che dare via Eto'o non sia stato propriamente un'affare. Prima del mondiale 2010 viene acquistato David Villa dal Valencia, un finalizzatore rapido e tecnico allo stesso tempo, che si sposa perfettamente con l'attacco a 3 di Guardiola, a Villa si aggiungerà anche Adriano Correia dal Siviglia. Vengono ceduti Chygrinsky(che viene ceduto allo Shaktar per 15 milioni di euro, uh che affarone!) e soprattutto Zlatan Ibrahimovic che viene ceduto per 24 milioni di euro(di riscatto dopo il prestito). Il Barcelona torna ad essere se stesso, torna a praticare il calcio a velocità Barcelona, con un attacco che da l'impressione di essere incontrastabile, con il fenomeno assoluto Messi, affiancato dal letale Villa e dal guizzante Pedrito. A gennaio arriverà anche Afellay, acquisto per me inutile ma contenti loro contenti tutti, e nonostante il dramma che colpisce Abidal, la squadra vince Liga e soprattutto al Champions, sconfiggendo di nuovo il Manchester, a Londra, per 3-1 e segnano manco a dirlo i tre tenori. Viene sfiorato il secondo triplete, a rovinare i piani colui che li aveva rovinati nel 2010, cioè Josè Mourinho, allenatore dell'Inter del 2010 e del Real Madrid che vince la Coppa del Re 2011. Mercato del 2011. Squadra che vince non si cambia? A Barcelona non vale. Vengono acquistati Alexis Sànchez per 26 milioni di euro più 11 di bonus e nientepopodimenoche Cesc Fàbregas, acquistato dall'Arsenal per 34 milioni di euro più vari bonus e lasciato all'Arsenal quando aveva 16 anni per il nulla cosmico(per la serie: noi gli affari li sappiamo fare). Questi due giocatori, com'è logico che sia, devono avere un posto nell'undici titolare. Il Barcellona in questa stagione ha vinto come due stagioni fa la Supercoppa Spagnola, quella Europea e la coppa del Mondo per Club, ma a differenza di due anni fa è andato clamorosamente sotto in campionato. Per far spazio a Fàbregas e Sànchez i due trombati eccellenti sono stati Villa, che poi si è infortunato gravemente, e Pedrito, che ha subito l'avanzamento costante di Iniesta sulla linea degli attaccanti. Gli stessi Villa e Pedrito che, nei trionfi del 2011 avevano avuto un ruolo fondamentale. Quest'anno la Liga è nelle mani del Real, e oggi è arrivata l'eliminazione per mano di un Chelsea, che fino a un mese e mezzo fa rischiava di uscire per mano del Napoli. Nel calcio ci stanno le stagioni in cui le cose non vanno come devono come possono andare; tuttavia non posso fare a meno di notare di una serie di errori evitabili, imputabili forse alla dirigenza, forse a Guardiola, bisognerebbe chiederlo agli addetti ai lavori del Nou Camp. Sarebbe stato sicuramente meglio aggiungere innesti di diverso tipo alla rosa, acquisti in stile Keita, giocatori di rendimento e con caratteristiche complementari al sistema di gioco della squadra, che in caso di infortuni, periodi di forma pessima o momenti intensi della stagione, ti consentano comunque di mantenere alto lo standard della squadra piuttosto che acquistare ogni anno dei Top Player ad alto costo che, non necessariamente ti garantiscono un valore aggiunto, anzi spesso portano a  delle problematiche, secondo me evidenti nella stagione del Barcelona 2011/2012 che "ha fatto peggio" di quello del 2010.

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