giovedì 31 maggio 2012

Gioca Jouer-Calcio Italiano edition

Volevo scrivere un post su Euro 2012, una mia personalissima guida sulla manifestazione che partirà a breve. Invece ho deciso di scrivere un post sulla vicenda del calcioscommesse italiano. Solito pistolotto esegetico e argomentato? No, stavolta vediamo di riderci su. Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo ballato il Gioca Jouer, canzone abbastanza nota di Claudio Cecchetto, che era di giro tanto tempo fa e che continua ad essere di giro. Anche nel 2012...

Gioca l'over!

One, two, three, four, five, six, seven mila eur!

Chiamare!
Combinare!
Autogol!
Over 2,5!
Puntare!
Truffare!
Ritirare!
Zingari!
Biscotto!
Ungheresi!
Caramba!
Ok!
Sbagliare!
Combine!
Inciuci!
Biscotti!
Superbet!


Ok ragazzi adesso cerchiamo di farlo meglio. Vi ricordo che si parte sempre da chiamare, fate attenzione alla differenza tra Gol e Over e nel finale fate un'autogol per sicurezza. Fatelo bene. Gioca l'Over!


Chiamare!
Combinare!
Autogol!
Over 2,5!
Puntare!
Truffare!
Ritirare!
Zingari!
Biscotto!
Ungheresi!
Caramba!
Ok!
Sbagliare!
Combine!
Inciuci!
Biscotti!
Superbet!


One, two, three, four, five, six, seven mila eur!

Ok ragazzi ora più veloce, perché la procura di Cremona vi sta addosso e rischiate la galera, se riuscirete a farlo e se non vi vengono a prendere a casa vostra o al ritiro a Coverciano, d'ora in poi potrete farlo anche senza telefono o internet, perchè sarete dei veri campioni di Gioca l'Over!





lunedì 28 maggio 2012

Eastern Conference Finals: istruzioni per l'uso

E dopo l'articolo sulla Western Conference Finals, ecco l'articolo sulla Eastern Conference Finals. A sfidarsi le due squadre che hanno scelto di puntare sui "big three", ovvero tre giocatori di talento purissimo e una manica di comprimari. I primi sono i tanto vituperati Miami Heat della triade Bosh(di cui bisogna valutare le condizioni dopo l'infortunio) Wade e soprattutto LeBron James, un giocatore che riscuote le stesse simpatie di un esattore fiscale. Dall'altro lato abbiamo la storia del gioco, ovvero i Boston Celtics di Pierce, Allen e Garnett, campioni nel 2008, finalisti nel 2010, all'assalto delle Finals prima del prepensionamento. Gli Heat, o Hate se preferite, arrivano a queste ECF da secondi del Seed, dopo aver eliminato gli  "irresistibili" New York Knicks per 4-1 e più agguerriti Indiana Pacers vincendo per 4-2 non senza patemi d'animo. Rispetto alla squadra che l'anno scorso soccombette a Dallas c'è qualche differenza, non particolarmente evidente dal punto di vista del gioco. Gli Heat infatti continuano a mostrare un'ottima intensità in difesa e un gioco offensivo non pervenuto che si regge tutto sugli isolamenti di Wade e James, sugli scarichi da 3 per Miller o per Battier, o sulla palla dentro per  Bosh. Sostanzialmente una squadra non bella da vedere ma con "qualche freccia in faretra". Un fattore decisivo può essere la voglia di LeBron James di vincere il titolo tanto agognato, la cui assenza continua a fomentare lo spirito degli haters del mondo, nonostante tre titoli di MVP e un bagaglio tecnico notevole. I Boston Celtics invece arrivano alle ECF dopo una Serie ben giocata contro Atlanta, battuta 4-2 e dopo una lunga battaglia durata sette gare, in una serie davvero brutta contro i Philadelphia 76ers. Come già detto i Celtics dell'edizione "Big Three" hanno l'ultima possibilità di giocarsi qualcosa di importante, nonchè la possibilità di rifarsi sugli Heat, che con loro negli scorsi Playoff hanno letteralmente scherzato, imponendosi per 4-1. La squadra di Rivers, che cavalca lo tsunami generato dall'infortunio di Derrick Rose che ha di fatto messo fuori dai giochi Chicago, può contare, rispetto all'anno scorso, in Brandon Bass, erede degno più per la caratura tecnica che per le caratteristiche di Perkins, che secondo me da quelle parti rimpiangono ancora, vista la sua funzione fondamentale in una squadra che ha fatto due Finals in tre anni vincendone una. A completare il roster una serie di onesti mestieranti NBA come Dooling, Hollins ,Daniels e Pietrùs, i rookie Moore(visto anche a Treviso), Johnson e Stiemsma, mentre mancherà una delle rivelazioni Celtics di quest'anno, cioè Avery Bradley che nella scorsa gara 7 contro i Sixers ha finito la stagione. Ma il vero leader di questa squadra è uno di quelli che non fa parte ne dei Big Three, ne dei comprimari e si chiama Rajon Rondo. Le sue grandi doti di agonista combinate a quelle di passatore e rimbalzista lo rendono senza dubbio il vero leader della squadra, nonostante non si possa definire un tiratore affidabile. Può diventare uno dei fattori della serie, perché per difendere sulle sue sortite James e Wade dovranno fare del lavoro extra. Nella sfida vedo meglio Miami, perché a parità di tasso tecnico, la maggiore freschezza anagrafica e la fisicità dominante degli Heat, dovrebbe prevalere su un gruppo molto attempato come quello di Boston, che, a prescindere dal risultato, chiuderà in maniera onorevole un'importante pagina della sua storia recente, che l'ha vista tornare vincente dopo anni di oblio. Questo però non vuol dire che per Miami sarà una passeggiata di salute, visto che il canto del cigno dei senatori può rivelarsi fastidioso e il numero nove in maglia bianco verde può far saltare il banco a suo piacimento. Detto questo pronostico un 4-2 Heat e auguro buone finali di Conference a tutti!

giovedì 24 maggio 2012

Western Conference Finals: Istruzioni per l'uso

Una finale tra la prima e la seconda classificata della Western Conference non la si vedeva da tre stagioni, quando i Los Angeles Lakers sconfissero per 4-2 i Denver Nuggets dell'era Melo-Billups. Le due squadre più forti della Regular Season(e secondo me allo stato attuale anche dell'NBA) cioè i San Antonio Spurs e gli Oklahoma City Thunder si giocheranno la vittoria della Western Conference e l'accesso alle Finals. Per gli Spurs sarebbe la quinta volta, mentre per i Thunder(senza considerare il periodo della franchigia a Seattle) sarebbe la prima volta. Procediamo con ordine. I San Antonio Spurs a distanza di un anno dal clamoroso upset contro Memphis son tornati prepotentemente sulla breccia. Di nuovo primi a ovest,  in questa stagione mutilata,hanno rifilato due sweep agli Utah Jazz e ai Los Angeles Clippers, squadre che sicuramente avevano degli elementi per mettere in difficoltà una squadra non verdissima dal punto di vista anagrafico. La ricetta è semplice ma congeniale: mantenere lo zoccolo duro e affiancare giocatori giovani e freschi come Kawhi Leonard, che secondo me si candida ad essere l'erede spirituale di Bowen e come Danny Green, che nel giro di poco tempo è passato dall' NBDL ad essere titolare in una potenza ad ovest. A completare il quadro una gestione intelligente dei senatori Duncan e Ginobili, che sostanzialmente non invecchiano dal punto di vista cestistico, un Tony Parker in forma strepitosa, l'arrivo di giocatori esperti come Boris Diaw e cavallo di ritorno Stephen Jackson, l'affidabilità di Bonner sugli scarichi per il tiro da 3 e la maturazione definitiva dei sidekick Splitter e Neal. Ho l'impressione netta che a San Antonio ci sia l'humus giusto per arrivare fino in fondo e che i vuoti lasciati dai ritiri di Bowen e Horry (che secondo me hanno inciso più di quel che si può pensare nelle stagioni deludenti degli anni scorsi) siano stati colmati. Inoltre il primo titolo della franchigia texana arrivò proprio nell'anno del primo lockout, nel 1999. Gli ingredienti per l'anello ci sono tutti, a parte una macumba sfavorevole negli anni pari. In contrapposizione ai navigati Spurs, la giovane casata emergente degli Oklahoma City Thunder. Ammetto che, pensando ai tempi in cui giocavo a NBA Live e ad altre reminescenze,  la sfida sarebbe stata ancor più affascinante se la franchigia fosse rimasta a Seattle. Tornando ai discorsi di natura prettamente tecnica i Thunder hanno diverse armi. Un reparto lunghi affidabilissimo tanto per cominciare. Avere Perkins e Ibaka, antirimbalzista il primo, eccelso rimbalzista e stoppatore il secondo è davvero una fortuna. E adesso passiamo alle note dolenti per gli avversari. Le due shooting guard rispondono al nome di Thabo Sefolosha, uno dei più appiccicosi difensori della lega e James Harden, sesto uomo dell'anno e sopravvissuto a un colpo mortifero di Metta World Peace(so che tutto il periodo suonerà strano, ma questa è la verità). Un Harden che vorrà sfruttare questa chance di vittoria del titolo, perché potrebbe essere l'ultima con la casacca celeste di OKC, che sarà impossibilitata a offrirgli un contratto adeguato a causa dei contrattoni dati a tali Westbrook Russell e Durant Kevin, le due armi di distruzione di massa dei Thunder. Su questi due fenomeni OKC ha costruito il suo presente e il suo futuro. Sulla cresta dell'onda da tre anni, la coppia Westbrook-Durant è riuscita ad essere più devastante delle cavallette, chiedere ai Mavericks, che giocando al meglio delle loro possibilità sono stati clamorosamente sweppati e ai Los Angeles Lakers sconfitti senza alcun appello. A completare il mosaico OKC giocatori navigati come Mohammed, Collison, e soprattutto Derek Fisher che va a caccia di quel sesto anello che lo porterebbe ad eguagliare nientepopòdimenoche Michael Jordan, uno che a tempo perso metteva quattro canestrini. Il cocktail esplosivo per una finale di conference epocale c'è tutto. Veniamo alle considerazioni di natura tecnica della serie. A livello di accoppiamenti singoli un rookie come Kawhi Leonard potrebbe soffrire sia Kevin Durant(scopriamo l'acqua calda), sia la normale inesperienza, in quanto rookie, in gare di questo tipo. Westbrook ha tutte le armi per far soffrire Tony Parker, che però rispetto al figlio di UCLA, ha due doti in più, cioè una calma che Westbrook non ha e l'esperienza data da tre titoli vinti e da mille battaglie nella Post-season. Sarà un bel duello. Nel duello tra shooting guard, più che la sfida tra i quintettisti Green e Sefolosha(lo svizzero nei minuti in cui sarà in campo non lo farà sorridere molto secondo me) tiene banco la sfida di fioretto e sciabola tra Ginobili e Harden, che secondo me non vede nessuno in netto vantaggio, vista la capacità di entrambi di incidere nelle partite a livello di punti segnati, anche questo un bel duello. Per quanto riguarda la sfida tra Diaw e Perkins, penso che il tasso tecnico del francese possa creare qualche grattacapo a un giocatore  come Perkins, che non ha doti tecniche extra, ma che in compenso occupa bene la zona pittata. Inoltre il carattere nevrotico di quest'ultimo, avvezzo ai falli tecnici come io son avvezzo alla cioccolata(parecchio, credetemi parecchio) potrebbe essere un fattore. Finiamo con la sfida tra Duncan e Ibaka. Da un lato lo scienziato del gioco in post, la PF più forte della storia del gioco, dall'altro un'atleta spaventoso. Vedo favorito Duncan, perché, per quanto non sia più fresco come una volta, ha ancora tutti i mezzi tecnici intatti, e questo fa tanto, anche in una lega superfisica come l'NBA. Interessante vedere anche la sfida tra le panchine. Già parlato del confronto Ginobili-Harden, va considerato che la panchina degli Spurs ha più elementi con punti nelle mani, Jackson e Bonner su tutti, a differenza di OKC, che non ha dei realizzatori di stirpe oltre Harden, salvo miracoli imprevisti da parte di Daequan Cook. Concludo l'intervento con un pronostico. La serie secondo me può avere un nome e un cognome: Russell Westbrook. Se quest'ultimo decide di non prendersi troppi tiri, giocando senza forzare, la serie è destinata in tempi brevi o lunghi che siano ad andare a OKC, che per la cronaca non ha il fattore campo. Se invece Westbrook vorrà essere Westbrook fino alla fine, una squadra esperta come gli Spurs sarà in grado di far pagare questo bug, assieme a tutte le altre carenze che OKC mostrerà nella serie. Mi aspetto comunque una serie combattutissima, a prescindere dal risultato finale.

mercoledì 23 maggio 2012

Serie A-Pagellone di fine stagione

Arrivo con colpevole ritardo me ne rendo conto,  ma questa è una delle tante cose che dici di dover fare ma che alla fine fai tardivamente o non fai. Il campionato di Serie A s è concluso tre settimane fa, a trionfare è stata, con merito, la Juventus che come il Milan 1991/1992 non ha perso una partita. In questo post il mio personalissimo cartellino squadra per squadra con pagella, giocatore top e giocatore flop.

Atalanta voto 8

La compagine orobica doveva giocarsi la salvezza con sei punti di penalizzazione, frutto del calcioscommesse e delle azioni discutibili dell'ormai ex indiscutibile capitano Doni. La compagine di Colantuono ha mostrato personalità, un buon collettivo, ottime individualità e la personalità giusta per giocare contro chiunque. Merito del lavoro del già citato Colantuono e di Marino, che hanno azzeccato praticamente tutti gli acquisti.

Il migliore: German Denis

Ho scelto il nome più facile nel contesto più difficile. Perchè nell'Atalanta del ritrovato Cigarini, del funambolico Moralez e dei guizzanti Schelotto e Bonaventura a fare la differenza più di tutti è stato proprio "El Tanque". Voluto a Bergamo da chi lo aveva voluto a Napoli, Denis, che mai era arrivato in doppia cifra da quando è in Italia segna 16 gol in 32 partite, media di 0,5 a partita. Non male direi!

Il peggiore: Andrea Masiello

Non c'è una motivazione tecnica, Masiello stava giocando più che bene. Diventa il flop per il suo coinvolgimento attivo in una vicenda torbida come quella del calcioscommesse, in cui ha confessato una partecipazione più che attiva.

Bologna voto 7,5

Partenza a salve con Pierpaolo Bisoli in panchina, poi l'arrivo di Pioli e la risoluzione della vicenda Ramirez. La chiave di volta di una stagione partita male è finita benissimo. Salvezza ampiamente raggiunta, attraverso un sistema di gioco solido e ben implementato, con un'ottima dose di talento la davanti, che ha garantito gol e sprazzi di spettacolo puro.

Il migliore: Alessandro Diamanti

Si è sempre detto che lui fosse un talento purissimo che ha pagato negli anni il non aver mai trovato la continuità di prestazione. Nelle stagioni che ha disputato in A le squadre che lo hanno avuto(Livorno e Brescia) sono retrocesse e il West Ham, che su di lui aveva puntato, alla fine non ci ha creduto più di tanto. A Bologna Diamanti ha trovato l'ambiente ideale per mostrare le sue doti tecniche. Gol d'autore e tanti assist per un giocatore che, se è in forma, può e sa essere decisivo.

Il peggiore: Panagiotis Konè

Ovviamente peggiore si fa per dire, visto che nel Bologna di quest'anno è più corretto parlare di giocatore meno brillante. Lui ha dell'ottimo potenziale, quest'anno secondo me non si è visto del tutto, e rispetto all'ottima stagione col Brescia, sicuramente anche per lo spazio in meno che ha avuto, è apparso in involuzione.

Cagliari voto 6,5

Un inizio buono con Ficcadenti, un intermezzo mediocre come l'interregno di Ballardini, un finale di ottimo livello con il ritorno di Ficcadenti in panchina. Il Cagliari si è dimostrata come ogni anno una squadra con un potenziale più che sufficiente per raggiungere la salvezza, ma che spesso non riesce ad essere espresso del tutto, complicando la situazione della squadra sarda.

Il migliore: Mauricio Pinilla

Arrivato dal Palermo a Gennaio, la punta cilena ha dimostrato quelle doti da puntero completo che lo hanno reso a inizio carriera una promessa mondiale e adesso un ritorno prepotente dopo anni di oblio. Otto gol fondamentali per il raggiungimento di una salvezza che a metà stagione sembrava sempre più difficile.

Il peggiore: Thiago Ribeiro

Capocannoniere della scorsa edizione della Copa Libertadores, si presentava al pubblico del Sant'Elia come un colpaccio. Il misero bottino di 5 gol in 31 partite, coadiuvato da prestazioni mai convincenti fa si che il brasiliano venga,almeno per ora, inserito nel gotha delle "punte sudamericane che al Cagliari hanno toppato ma che alla fine non hanno fatto danni".

Catania voto 7,5

Rispetto agli anni scorsi la compagine etnea, ha messo assieme individualità di buon livello, collettivo, e un gioco corale che si è lasciato guardare per buona parte della stagione.Montella ha costruito le sue fortune grazie al suo 4-3-3 e a una rosa ben assortita che ha consentito al tecnico di Pomigliano d'Arco di poter fare affidamento su più giocatori in diverse circostanze senza snaturare la squadra.

Il migliore: Pablo Barrientos

Arrivato incerottato, discriminato da Giampaolo nella stagione passata prima che venisse esonerato, elemento importante se non decisivo quest'anno. Giocatore tecnicamente validissimo, ha dimostrato di essere in grado di accendere la luce in diversi momenti della stagione e di essere in possesso di una gran classe.

Il peggiore: Davide Lanzafame

Come per il Bologna, trovare un peggiore in senso stretto non è corretto. Ma qualcuno lo dovevo pur indicare e Lanzafame, con tutte le attenuanti del caso a cominciare dal poco spazio, non mi ha convinto in particolar modo.

Cesena voto 3,5

Dopo la salvezza raggiunta l'anno scorso con grandi meriti e con l'intelligenza di implementare elementi validi alla rosa che aveva raggiunto la promozione, i romagnoli si sono resi protagonisti di una disfatta senza appello, che cozza violentemente con le scelte della società, che tra Giugno e Gennaio ha puntato su nomi altisonanti come Mutu, Candreva(poi ceduto), Santana, e Iaquinta, lasciando partire alcuni dei giocatori che furono artefici della salvezza. In mezzo tre allenatori che non han saputo invertire la rotta e un'ultimo posto come epilogo che appariva all'orizzonte già da Gennaio.

Il migliore: Mario Alberto Santana

Se proprio lo dobbiamo trovare è lui. Il centrocampista argentino arrivato dal Napoli si è reso protagonista di un'ottimo finale di stagione, per quanto fine a se stesso. Ha dato l'impressione di non voler mai mollare e oggi sembra un giocatore ritrovato.

Il peggiore: Jorge Martinez

Di giocatori da inserire ce ne sarebbero tanti, perché in pochissimi sono stati a non deludere in senso assoluto. Martinez arrivava a Cesena con tanta voglia di riscatto, ha giocato poche partite prima di infortunarsi, e in quelle dire che ha deluso sarebbe un complimento.

Chievo Verona voto 6,5

Dopo gli anni del "Miracolo" il Chievo ha sempre dimostrato di essere una squadra quadrata, senza particolari velleità altisonanti. Si punta sul collettivo, si implementano diversi giocatori e ogni tanto qualche acquisto esotico ma non esoso, con uno sguardo costante al portafoglio. La ricetta perfetta per la salvezza.

Il migliore: Michael Bradley

In un Chievo dove nessuno brilla in modo accecante ma dove tutti fanno bene la menzione d'onore va all'americano, che si è dimostrato uomo d'ordine, abile a interdire ma anche a iniziare l'azione e con il futuro davanti a se. Ha avuto un'ottimo impatto con la Serie A e secondo me sentiremo parlare di lui in futuro.

Il peggiore: Rinaldo Cruzado

Era stato uno dei migliori giocatori della Coppa America, dove aveva mostrato un buon talento. Talento che in Italia non si è materialmente visto.

Fiorentina voto 5 -

Una stagione sofferta conclusasi con una salvezza sofferta. La società ha dato fiducia a Mihajlovic dopo una stagione precedente tutt'altro che esaltante, per poi tornare sui suoi passi. L'arrivo di Rossi non è servito a svegliare un'ambiente narcotizzato, che si è svegliato soltanto a fine stagione quando la Serie B non era più una boutade ma un rischio concreto. La Fiorentina di quest'anno è stata un'ammasso di giocatori di talento senza un criterio logico. L'episodio di Fiorentina-Novara è stato emblematico per una squadra che deve pensare a una rifondazione. A cominciare dalla scelta di un degno erede di Prandelli.

Il migliore: Stevan Jovetic

Leader tecnico di una squadra brutta da vedere, ha dimostrato di essere pronto a imbeccare la direzione per diventare un fuoriclasse in senso assoluto, dando un'apporto decisivo con i suoi gol e le sue giocate. Si deve ricostruire partendo da Jo-Jo come base di partenza.

Il peggiore: Adem Ljajic

Forte è forte, ma si è dimostrato anche incostante, presuntuoso e inaffidabile, un pò come la Fiorentina di quest'anno. Fermo restando che Rossi ha sbagliato, Ljajic rappresenta in tutto e per tutto il vero flop della stagione, ancor più dei vari Cerci, Cassani e Montolivo.

Genoa voto 3,5

Si son salvati a stento pur avendo una rosa per me non inferiore a quella di tante contender per l'Europa League. Questa salvezza probabilmente è pure frutto dell'incapacità delle tre retrocesse di porsi nella condizione di essere una vera e propria insidia. Bisognerebbe spiegare alla dirigenza che una squadra non si costruisce soltanto con i campioni e con i proclami, ma con progetti concreti che mancano dall'epoca di Gasperini. Altrimenti rischi ancora che ti chiedano indietro le maglie(una delle pagine più nere della storia della Serie A).

Il migliore: Rodrigo Palacio

Sembra cosa fatta il passaggio all'Inter che arriva al culmine di una stagione strepitosa a livello individuale, in cui l'attaccante dalla stempiatura incipiente e dalla treccina volante ha mostrato quel repertorio che gli aveva consegnato un posto di diritto nella Selecciòn albiceleste a cavallo tra il 2006 e il 2007.

Il peggiore: Kevin Constant

Considerando la megasfiga galattica di Birsa e Ze Eduardo(ciò comunque non toglie loro il titolo di flop allo stato attuale) consegno la maglia nera a un giocatore che rispetto alla stagione passata ha fortemente deluso, dimostrando davvero tanti limiti e poca continuità dal punto di vista delle prestazioni, il che stupisce considerando anche la lunga concorrenza che ha dovuto affrontare il Genoa per accaparrarselo.

Inter 4

Una stagione disastrosa partita con l'ingaggio di Gasperini come allenatore, ingaggio in cui forse non credeva nemmeno la dirigenza vista la campagna acquisti disastrosa e tutto fuorché funzionale alle idee del tecnico. La mossa di chiamare il vecchio nemico Ranieri, si è rivelata inizialmente fruttuosa, per poi culminare in uno dei più clamorosi crolli della storia della Serie A, crollo che in altre circostanze avrebbe potuto portare a conseguenze peggiori. L'arrivo di Stramaccioni, chiamato dopo il definitivo crollo di tutte le ambizioni, ha portato nella squadra una nuova iniezione di fiducia e una qualità di gioco superiore, non sufficiente a raggiungere il traguardo minimo della qualificazione in CL. L'era del triplete è bella che finita, ora bisogna ricostruire da quel poco di buono che questa stagione ha messo in evidenza.

Il migliore: Diego Milito

Arrivò da principe, diventò re a Madrid, per poi essere visconte dimezzato. Sembrava finito e invece è tornato a essere dominatore dell'area di rigore, segnando a ripetizione gol importanti e rendendosi protagonista di grandi exploit individuali. Calcisticamente parlando ha la sua età, ma ha dimostrato di poter dire tranquillamente la sua e le cifre sono con lui.

Il peggiore: Diego Forlan

Il flop, se ce n'è uno. Arrivato all'Inter per non far rimpiangere Eto'o, non solo ha fatto rimpiangere lui, anche   i vari Arnautovic, Quaresma, Suazo, Mancini e tutti quei giocatori che all'Inter non avevano convinto del tutto. Un pesce fuor d'acqua in qualsiasi situazione, in qualsiasi sistema di gioco. Un giocatore che tecnicamente non  si può discutere, ma che quest'anno ha palesato troppi limiti e ha fallito tutte le chance. Ci può stare avere difficoltà di adattamento i primi tempi, ma nell'arco di una stagione, soprattutto se sei in una grande squadra o vieni fuori in campo o vai fuori dal campo.

Juventus voto 10

Lasciando stare antipatie e rivalità calcistiche di sorta(chi mi conosce sa da che parte batte il mio cuore) è stata una stagione perfetta. Perfetta perché il gioco espresso è stato di qualità, perfetta perché i protagonisti lo sono stati fino in fondo, perfetta perché la Juve ha trovato un grande allenatore e perfetta perché non haiperso una partita. Hanno vinto e per poco non vincevano la Coppa Italia, divenendo con ogni probabilità l'unica squadra di una Top League a non perdere mai in partita ufficiale. Per quest'anno hanno ragione loro.

Il migliore: Arturo Vidal

La chiave di Volta della Juventus è stata sicuramente la mediana, dove i Campioni d'Italia potevano annoverare giocatori di valore assoluto. A spiccare il centrocampista cileno, che ha dimostrato di avere un background tecnico totale e di saper garantire un rendimento sempre altisonante. Per me il migliore è lui.

Il peggiore: Alessandro Matri

Anche in questo caso la definizione peggiore forse è un pò troppo fastosa per la fattispecie esatta. Però Matri è stata a lungo la punta titolare, e i suoi 10 gol sono pochini se giochi nella Juventus. Il realizzatore puro è mancato in questa stagione e la Juventus lo sta cercando sul mercato. Questo la dice davvero lunga.

Lazio voto 7-

Hanno perso l'ennesima occasione per andare in Champions e quest'anno di roba per potersi qualificare ce n'era davvero tanta. A cominciare da Hernanes, per arrivare al colpaccio Klose e alla sorpresa Lulic. E'mancata, oltre a una dose di cattiveria, anche la fortuna, visto che i suddetti si sono infortunati proprio nel rush finale dove di fatto il sogno Champions è finito. Ad ogni modo i biancocelesti son tornati ad essere competitivi è questo non è poco. L'unico vero errore è stato quello di non rimpiazzare il flop Cissé a gennaio, una seconda punta sarebbe servita e come.

Il migliore: Miroslav Klose

Il vero panzer. Punta fortissima di testa e con una buona mira, vecchio stampo, vintage, come tanto mi piacciono. Ha segnato i suol gol e ha dato il suo contributo. Se non si fosse infortunato probabilmente si parlerebbe della qualificazione in CL della Lazio, perché alla fine è lui ad essere mancato davvero.

Il peggiore: Andrè Dias

Pur essendo un'ottimo difensore ha mostrato tutti i suoi limiti tecnici, che a dirla tutta poi non son molti, e caratteriali, e li proprio non ci siamo. Spesso nevrotico, si è reso protagonista di brutti episodi, che, assieme a una stagione un pò sottotono completano un quadro poco onorifico.

Lecce voto 5,5

Quando, in una squadra che mira alla salvezza, una stagione parte molto male, difficilmente può terminare bene. Con l'arrivo di Cosmi il Lecce si è proposto a lungo di essere l'eccezione a quella regola, che invece è stata confermata. Il cuore e la buona volontà non son bastate e il campo ha decretato la Serie B.

Il migliore: Luis Muriel

Il giocatore di proprietà dell'Udinese ha dimostrato di avere ottimi mezzi tecnici, regalando giocate che a volte ricordavano il Fenomeno Ronaldo. Per essere un debuttante ha fatto molto bene, i mezzi tecnici ci sono davvero, tornerà all'Udinese, son curioso di vederlo all'opera in Champions.

Il peggiore: Daniele Corvia

Non è mai stato, a discapito di un promettentissimo inizio nella primavera della Roma, un bomber di razza. Ha sempre segnato poco e anche quest'anno non ha inciso più di tanto nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa.

Milan voto 5,5

Il voto è così basso perché, fermo restando che lo scudetto lo ha vinto chi lo ha meritato, la formazione rossonera ha avuto molte occasioni per chiudere il campionato, avendo soprattutto i giocatori per poter chiudere il campionato,  non lo ha fatto, tornando a rimarcare spesso e volentieri l'episodio(per carità sicuramente sfavorevole) del gol di Muntari. Se sei il Milan ed hai la squadra che hai, il campionato lo devi vincere.

Il migliore: Zlatan Ibrahimovic-Antonio Nocerino

Ex aequo. Il primo perché ha vinto il titolo di capocannoniere lasciando sotto l'abisso e realizzando gol da cineteca. Il secondo, perché, pur essendo arrivato per pochi soldi e come"Vice Gattuso" o come "Ah si quello che gioca nel Palermo" ha giocato una stagione strepitosa, dando una grande continuità alla strada che aveva tracciato a inizio carriera.

Il peggiore: Robinho

E' tradizione consolidata che gli eredi di Pelè', soprattutto quando parla O' Rei, fanno flop. Robinho ha parzialmente disatteso le aspettative in carriera. Quest'anno pochi gol, tanti errori e la sensazione diventata certezza che Cassano avrebbe fatto molto ma molto meglio.

Napoli voto 7,5

Scelte sul mercato medie, alcuni buoni acquisti, altri acquisti inutili, qualche oggetto misterioso o bidone, una stagione sommariamente buona considerando l'impegno su tre fronti, onorato fino alla fine e con buoni risultati. La scelta di mantenere intatta l'ossatura della squadra ha dato buoni frutti, tuttavia ho l'impressione che l'anno prossimo Napoli sarà una via carovaniera.

Il migliore: Edinson Cavani

E' lui l'uomo della storia del Napoli, è lui l'uomo decisivo. Goleador implacabile, punta totale, ha trovato la via della consacrazione che a Palermo non era riuscito totalmente a imbeccare, probabilmenteperché giocava alla Dirk Kuyt.

Il peggiore: Gokhan Inler

Prendersela con i vari Fideleff, Vargas e le altre entità ectoplasmatiche sarebbe troppo facile. Indico il nome di Inler non tanto perché sia stato effettivamente il peggiore, ma perché, soprattutto se si compara il giocatore visto a Udine, ha dato spesso l'impressione di essere un pesce fuor d'acqua, avulso dal contesto di squadra Napoli. Considerando che è stato il fiore all'occhiello della campagna acquisti, mi aspettavo di più.

Novara voto 5

Exploit isolati come le vittorie contro l'Inter, in mezzo la netta sensazione che in Serie A non sarebbero rimasti a lungo a causa di una squadra che non è mai sembrata idonea per la categoria. L'errore principale a mio modo di vedere è stato quello di acquistare  male all'inizio e troppo a gennaio. A questo si aggiunge l'esonero seppur temporaneo di Tesser e l'impressione che l'humus che ha portato il Novara a fare il doppio salto sia venuto a mancare di botto.

Il migliore: Marco Rigoni

Torna in Serie A a 12 anni di distanza dal cameo Juventino, dimostrando di essere un giocatore molto valido, che avrebbe potuto avere una carriera migliore rispetto a quella avuta. Non son soltanto gli undici gol(anche se molti son stati realizzati su rigore), lo si è potuto vedere dalle ottime doti di proposizione e di organizzazione del gioco. Potrebbe essere l'inizio di una seconda carriera.

Il peggiore: Andrea Caracciolo

Premettendo che di certo non poteva fare miracoli, è arrivato a Novara per garantire i gol che mancavano, ne ha segnati solo due, uno importante contro l'Inter e uno inutile contro la Roma. Troppo poco considerando il tanto spazio che ha avuto.

Palermo voto 4,5

Stagione partita sotto una cattiva stella con Pioli, poi rigeneratosi a Bologna, iniziata bene in campionato con il giovane Mangia, in cui Zamparini aveva creduto salvo ricredersi dopo 18 giornate e terminata con un Mutti che ha faticosamente evitato una retrocessione che aleggiava sotto forma di spauracchio. Una campagna acquisti che ha visto più partenze significative che arrivi e un clima da Armageddon, hanno fatto si che si  profilasse la peggiore stagione del Palermo da quando è tornato in Serie A. Dopo anni di bel calcio, sembra profilarsi un clamoroso ridimensionamento.

Il migliore: Fabrizio Miccoli

Leader tecnico, ideologico e spirituale della squadra, il vero genio della Lampada. Idolo indiscusso, così come è indiscusso il grandissimo talento del giocatore.Talento che ha materialmente salvato la squadra.

Il peggiore: Josip Ilicic

Luce intermittente lo scorso anno, luce spenta quest'anno. Non ha confermato le cose buone che ha fatto vedere l'anno scorso, in compenso ha confermato tutti i limiti di un giocatore delle sue dimensioni collocato in  una posizione nevralgica. Si è svalutato notevolmente rispetto all'anno scorso. Dargli fiducia o venderlo? A Zamparini l'ardua sentenza.

Parma voto 7,5

Partenza medio-bassa, esonero dell'allenatore che aveva miracolosamente salvato i biancocrociati il giorno prima. Si profila l'Armageddon. Invece le cose cambiano. Dopo una "fase di studio" Donadoni trova la ricetta per un Parma che nelle ultime giornate vola all'ottavo posto grazie a una clamorosa serie di sette vittorie consecutive. Va riconosciuta la bravura del tecnico nel saper valorizzare alcune buone individualità, come Valdès e Paletta per citarne due, dando nel frattempo alla squadra una concretezza maggiore.

Il migliore: Sebastian Giovinco

Ho provato in tutti i modi di fare una scelta non scontata, non ci son riuscito. Che Giovinco sia davvero forte questo è conclamato, altezza o non altezza. Ma la stagione monstre di quest'anno dove ha letteralmente dominato il proscenio, lo rende oltre che uno dei migliori giocatori italiani, anche uno dei pezzi più ambiti del mercato estivo.

Il peggiore: Fabiano Santacroce

Aveva l'occasione per affermarsi a livello nazionale, per dimostrare di non essere una promessa non mantenuta. Occasione che per vari motivi ha perso e che non son sicuro che potrà riavere.

Roma voto 5,5

Cambio di proprietà, arrivano gli americani, entusiasmo. Viene scelto Luis Enrique come allenatore, perchè può portare la tanto amata filosofia Barcelona. Vengono fatti tanti acquisti, spesso con molta fretta e senza logica. La Roma alterna grandi partite a grandi figuracce, non trova mai un briciolo di continuità e va fuori dall'Europa. Una rosa costruita secondo me male, unita a un allenatore che, pur volendo portare un modello di calcio interessante, non è riuscito a dare un'identità alla squadra hanno comportato il risultato stagionale

Il migliore: Fabio Borini

Più che il migliore in senso assoluto e la grande sorpresa di stagione.Arrivato sottotraccia l'ex Chelsea  ha scalato le gerarchie dimostrando di avere personalità, buon fiuto del gol e una sorprendente duttilità tattica, imponendosi come possibile domani nella formazione capitolina.

Il peggiore Simon Kjaer

Se è troppo facile dire Bojan, che ha deluso praticamente tutti, è ancor più facile dire Simon Kjaer. Il difensore danese ex Palermo, doveva riscattarsi, e farsi riscattare, dopo l'esperienza fallimentare di Wolfsburg. Difficile fare peggio. Lui ci è riuscito, giocando partite orrende, dimostrando di essere l'ombra dell'eccellente centrale che calcava il Renzo Barbera.

Siena voto 7

Squadra quadrata se ce n'è una, i bianconeri, tornati in A, hanno meritato ampiamente la salvezza. La squadra di Sannino si è dimostrata sempre compatta e solida, con gli uomini giusti al posto giusto, diventando rognosa per qualunque avversaria, soprattutto al Franchi.

Il migliore: Mattia Destro

Arrivato come giovane di belle speranze, ha saputo fare l'eccellente spalla quando Calaiò era titolare. Dopo l'infortunio di quest'ultimo, ha preso in mano l'attacco, segnando con continuità e guidando il reparto. Anche lui, come Borini, ha davanti ottime prospettive, e non è un caso che tante squadre gli stiano dando la caccia.

Il peggiore: Daniele Mannini

Uno dei colpi estivi dei senesi, ha deluso le aspettative, non ha trovato continuità(a dirla tutta gli è sempre mancata) e non ha reso come poteva e doveva rendere.

Udinese voto 9,5

Quando la stagione passata l'Udinese si è  qualificata in CL, veniva  considerata un fuoco di paglia, a maggior ragione dopo le cessioni eccellenti di Sanchez e Inler e praticamente nessun acquisto. Quest'anno addirittura si è migliorata, anche se il valore del piazzamento equivale al quarto posto dello scorso anno. Merito di Guidolin, che ha implementato un'eccezionale sistema di gioco, che in Serie A risulta davvero difficile da affrontare. L'anno prossimo torneranno alla base Cuadrado e Muriel da Lecce, giocatori di ottimo livello. Le potenzialità per affermarsi ci sono. Il tutto a costi infimi.

Il migliore: Antonio Di Natale

Dopo due anni sulla cresta dell'onda, in cui per altro nessuno avrebbe scommesso, quest'anno giornalisti, scommettitori, fantacalcisti e tutte le categorie del mondo davano Di Natale come un giocatore al canto del cigno. Non ha vinto il titolo di capocannoniere, sarebbe stata un'impresa mai riuscita a nessuno vincerlo per tre volte di fila. In compenso ha segnato gol pesanti, ha trascinato l'Udinese in CL ancora una volta e si è ripreso una nazionale Italiana da cui era ormai uscito per limiti di età. Immenso.

Il peggiore: Gabriel Torje

Arrivato come il "Messi di Romania", fermo restando che le etichette fanno male e che tra la Serie A e la Divizia A c'è parecchia differenza, è da considerarsi senza dubbio la più grossa delusione dell'Udinese di questa stagione. Inconsistente, è l'unica parola che mi viene.