LAZIO: Leverkusen o non Leverkusen ripetere i fasti della stagione passata, in cui non c'erano le Coppe è davvero difficile. Sicuramente aver tenuto l'ossatura della squadra è un buon vantaggio, e non è comunque detto che i giovani arrivati(occhio a Morrison, perché se gli metti la testa a posto hai un potenziale fenomeno) non siano in grado di dare un quid alla squadra. Passare il preliminare sarebbe importante sia per il prestigio sia per la possibilità di operare sul mercato e di correggere le criticità di una rosa comunque di buon livello. I biancocelesti non partono coi favori del pronostico nella corsa Champions, ma possono comunque aspirare ad una buona stagione, che gli consenta di assestarsi definitivamente nel lotto delle squadre competitive italiane. P.S. Se proprio Biglia se ne vuole andare, c'è pur sempre Cataldi in rampa di lancio.
MILAN: chiusa la triste parentesi Inzaghi(scelta sbagliata e scorretta, visto che hanno finito per bruciare SuperPippo agli occhi dei milanisti, e non lo meritava) si riparte dai capitali di Mister Bee e dalla guida di Sinisa Mihajlovic, che arriva con l'obiettivo principale di dare carica ad un ambiente un po' demotivato. Bertolacci, Romagnoli e(forse) Soriano sono il nuovo che avanza, Bacca è l'artillero da cui passano le sorti del Milan, Luiz Adriano la scommessa low-cost(si fa per dire), il ritorno di Ibra il sogno di mezza estate. Le premesse per una stagione sicuramente migliore delle ultime due, Zlatan o non Zlatan ci sono tutte, ma per aspirare ad una stagione da Milan, serve maggior qualità a centrocampo, regista o fantasista che sia.
NAPOLI: finita l'era Benitez, un'era in cui luci ed ombre si sono alternate senza soluzione di continuità e in cui i partenopei hanno fallito il tanto atteso salto di qualità, De Laurentiis ha deciso di affidarsi a Giuntoli, artefice del Carpi dei Miracoli sulla scrivania e Sarri, demiurgo dell'ottimo Empoli dell'anno scorso in campo. All'ombra del Vesuvio sono arrivati i fedelissimi del nuovo mister Hysaj e Valdifiori, l'ottimo centrocampista Allan, lo stopper Chiriches e il rientrante Reina, a cui si aggiunge l'altro portiere Gabriel e l'altro rientrante(ma per fine prestito) El Kaddouri, congeniale al gioco del nuovo tecnico . Inoltre, a dispetto di ciò che si potesse pensare, nonostante la mancata qualificazione alla CL non c'è stata nessuna cessione di rilievo, il che da un lato presuppone l'aumento della qualità complessiva della squadra, ma dall'altro può generare problemi di sovraffollamento, quelli già "denunciati" dal malcontento di Gabbiadini. E' comunque più che probabile che qualcosa succeda in uscita. In generale tutto è legato all'osmosi che ci sarà tra la squadra e le idee di Sarri. Se ci sarà sinergia il Napoli è destinato a far bene sia in campionato che in Europa. In caso contrario il flop è decisamente dietro l'angolo.
PALERMO: Perso fisiologicamente Dybala, il Palermo aveva lavorato molto bene a inizio mercato, prendendo diversi giovani interessanti, su tutti Hiljemark, uno dei centrocampisti più interessanti del panorama europeo. Poi c'è stata la grana attaccante con i vari Defrel, Araujo e Campbell che per un motivo o per un altro non sono arrivati. Ceduto Belotti per presumibili ragioni di natura tecnica, scelta decisamente rischiosa, in attesa di capire se Gilardino sarà il titolare, è stato preso Djurdjevic, giovane promessa serba fino ad adesso tutt'altro che mantenuta. Alla questione punta si è aggiunta quella della possibile partenza di Lazaar e soprattutto di Vazquez, cessioni che potrebbero concretizzarsi(specie quella di Vazquez, se davvero la Juve chiama...). Ad oggi il Palermo è un cantiere decisamente aperto, che dalla sua ha l'avere in panchina un tecnico molto valido come Iachini, ma che in compenso deve capire quale sarà la sua base per costruire. Se Vazquez dovesse restare e l'unico problema da risolvere è quello dell'attaccante, allora il Palermo può aspirare tranquillamente alla salvezza. In caso contrario il rischio di ritrovarsi nel pantano della lotta salvezza sarebbe più concreto che mai. Ripetere la stagione precedente, in ogni caso, sembra molto difficile per non dire impossibile.
ROMA: . Dopo due anni da contender con alterne fortune, la Roma di Rudi Garcia si presenta al tavolo dei grandi con l'intenzione di colmare il gap che c'è con la Juventus. Per farlo si è affidata ad un mercato molto abbondante(finanziato in grossa parte dalle cessioni remunerative di Bertolacci e Romagnoli, giocatori fuori dai piani della squadra). Le operazioni principali si son concentrate in attacco dove sono arrivati Iago Falquè, e sopratttutto Mohamed Salah ed Edin Dzeko, pezzi da 90 di un reparto offensivo che nonostante le partenze di Destro e del mai amato Doumbia va necessariamente sfoltito. In difesa, coraggiosa, per non dire discutibile la scelta di affidare la porta a Szczesny, mentre son da valutare gli arrivi di Gyomber e soprattutto di Rudiger, considerato un possibile stopper della Germania del futuro, che si giocherà il posto con Castan e Manolas, mentre a centrocampo è stato mantenuto il blocco, nella speranza(fino ad ora purtroppo disattesa) che Kevin Strootman abbia più fortuna. Se c'è un anno in cui fondamentalmente la Roma si può prendere quello scudetto che manca da 14 anni è questo, ma ci sono comunque numerose incognite. Da quella già citata del portiere passando ad una difesa che legherà le sue sorti al rientro di Castan dopo la delicatissima operazione, passando dal fatto che per la prima volta dai tempi di Carlos Bianchi(che voleva darlo alla Sampdoria, lungimirante..) Totti dovrebbe partire con la certezza di non essere titolare, cosa che alle soglie dei 39 anni ci può stare, ma che non sempre si accetta serenamente. Anche alla risoluzione di queste incognite è legata la gloria di una Roma, la cui stagione sia in assenza di tricolore, che in assenza di competitività reale, sarebbe un fiasco rilevante.
SAMPDORIA: il fiasco con il Vojvodina, per quanto avvenuto a Luglio, è indicativo del fatto che rispetto all'anno scorso la situazione dei blucerchiati è decisamente cambiata. La Doria si ritrova in un momento di significativa instabilità tecnica, ed il ritorno di Cassano(che anche da PanzAntonio può dire la sua) non sembra sufficiente da solo a risolvere le problematiche palesate dalla squadra di Zenga, che non appare la guida adatta ad una squadra che, tecnicamente, aspira a replicare la stagione a ridosso dell'Europa dello scorso anno. Sulla carta questa Sampdoria, può aspirare ad un onesta stagione a metà classifica, ma tra situazioni tecniche confuse e notizie sulla scarsa salute dei conti del "Baciccia" il rischio di ritrovarsi in una stagione in cui salvarsi è l'unica cosa che conta, è abbastanza alto. E in questo caso le battute di Ferrero servirebbero a poco.
SASSUOLO: perso(se così si può dire) Zaza, e rimasto Mimmo Berardi(destinato a palcoscenici importanti), i neroverdi quest'anno giocano con l'obiettivo di migliorare il dodicesimo posto dello scorso anno, magari arrivando nella metà di sinistra della classifica. Zaza a parte, l'ossatura della squadra è rimasta la stessa, con gli acquisti dell'ex Cesena Defrel, di Duncan e di Politano(erede spirituale di Berardi) che vanno a implementare una rosa di buona qualità. Se la punta francese(che per dinamismo, appare più adatta rispetto a Zaza al gioco di Di Francesco) riuscirà a calarsi nel nuovo contesto tattico, il Sasol può sicuramente riconfermarsi sui livelli dell'anno scorso.
TORINO: in estate dei granata si è parlato poco, ma gli arrivi di Zappacosta(erede spirituale di Darmian), Baselli e Belotti, rappresentano tasselli importanti per una squadra che negli ultimi due anni ha fatto davvero molto bene, e che l'anno scorso ha onorato l'Europa League ed ha disputato un ottimo campionato, iniziato così e così ma concluso alla grande. Per la squadra di Ventura, artefice di questa rinascita, quest'anno è la prova di maturità e le possibilità che il "Toro" possa inserirsi ancora una volta nella corsa all'Europa League, sono decisamente più alte di quello che si può pensare. Sempre se il destino, che con il Torino sa essere storicamente beffardo, non decida di accanirsi ancora sui granata.
UDINESE: a giudicare dal mercato del Watford, si ha l'impressione che Pozzo abbia deciso a questo giro di fare della squadra dell'Hertfordshire, l'ammiraglia della sua flotta. Lasciato andare Stramaccioni, i bianconeri si sono affidati a Colantuono, tecnico valido, che però in linea di principio è più rodato per le salvezze che per traguardi europei. In squadra oltre al rientro di Edenilson, si registra l'arrivo nell'affare Allan di Duvan Zapata, attaccante che ha un ottimo rapporto gol-minuti giocati. Per il resto sono arrivati giocatori più di puntello che di spessore acclarato. Migliorare il sedicesimo posto dello scorso anno è l'obiettivo minimo e sembra essere la portata, ma un miglioramento netto sembra difficile, anche se i friulani sono una squadra in grado di sorprendere sempre.
VERONA: dopo due stagioni buone l'Hellas Verona si presenta ai nastri di partenza della Serie A con l'obiettivo di consolidarsi a metà classifica. Il mercato ha portato alla squadra di Mandorlini giocatori interessanti come Viviani e lo stopper ex Malmo Helander, e giocatori affidabili come il rientrante Romulo e Siligardi, e, soprattutto, Giampaolo Pazzini, che si ricongiunge con quello che fu suo "maestro" alla Fiorentina, ovvero Luca Toni, capocannoniere uscente del campionato assieme a Icardi, Due attaccanti d'alto profilo, che però non si prestano alla presenza contemporanea nel 4-3-3 utilizzato da Mandorlini come modulo di riferimento. Nonostante questo dettaglio tattico, l'Hellas da l'impressione di poter tranquillamente confermarsi sui livelli dell'anno scorso, e se Mandorlini sarà bravo nel far giocare assieme i due bomber, la cui coesistenza non era facile già ai tempi di Firenze, può fare anche qualcosina in più.
venerdì 21 agosto 2015
Serie A 2015/2016 squadra per squadra: prima parte
La Serie A 2015/2016 parte domani con l'anticipo tra Roma ed Hellas Verona. In questo pezzo troverete la mia analisi sulle 20 squadre che saranno ai nastri di partenza di questa stagione. Ecco la prima parte
ATALANTA: persi tre pezzi importanti come Benalouane, Zappacosta e Baselli(l'aspetto positivo di quest'ultima cessione e che verrà meno il dualismo con Cigarini) alla "Dea" sono arrivati Kurtic, l'olandese de Roon e il giovane Monachello, a cui si aggiunge il riscatto di Pinilla. La situazione degli orobici rispetto all'anno scorso non sembra particolarmente migliorata ed è più che probabile che i neroazzurri si ritrovino anche quest'anno invischiati nella lotta per non retrocedere e anche abbastanza a lungo.
BOLOGNA: una proprietà facoltosa, un ottimo allenatore, un dirigente navigato e Mattia Destro in attacco. Non proprio la vostra neopromossa di fiducia. I rossoblu, tornati in A dopo un anno di purgatorio allo stato attuale sono una squadra che può aspirare a qualcosa di più di una "semplice" salvezza. La rosa(oltre a quella del già citato Destro) con le aggiunzioni di Mirante, Rossettini, Crisetig, Rizzo, Brighi e Brienza, appare adatta a disputare un campionato di buon profilo. Se poi arrivasse il trequartista richiesto da Rossi, potrebbe anche scapparci la sorpresa, anche se per quest'anno la metà classifica è l'obiettivo più realistico.
CARPI: la matricola biancorossa ha optato per un mercato significativo, aggiungendo allo zoccolo duro che ha portato la squadra in A, giocatori come Brkic, Spolli, Martinho, Marrone, Gabriel Silva e Lazzari, gente di categoria che alla squadra allenata da Castori da sulla carta un quid significativo. Un salto di qualità significativo, forse fin troppo alto per una realtà virtuosa come quella carpigiana, arrivata dai dilettanti in Serie A nel giro di 6 anni ed abituata a fare calcio in un modo diverso da quello proposto in questo mercato. Lotteranno per non retrocedere, e tra le squadre che lottano per salvarsi, per ovvi motivi partono senza i favori del pronostico. Le possibilità che possano salvarsi son le stesse che il fiasco possa essere totale.
CHIEVO VERONA: l'obiettivo è sempre quello: salvezza tranquilla e tutti a casa. Per farlo i "mussi" hanno aggiunto alla rosa giocatori di buon tasso tecnico come Castro(che Maran conosce benissimo) e M'Poku a cui si aggiungono onesti mestieranti come Cacciatore e Gobbi e un giocatore come Pepe, desideroso di riscatto dopo anni difficili. Buoni innesti per raggiungere un obiettivo che appare decisamente alla portata, anche nel caso in cui, come spesso è successo negli anni, ci sia un cambio d'allenatore.
EMPOLI: finita l'era Sarri, la società azzurra, che ha perso pezzi importanti come Rugani, Valdifiori e lo stesso Tavano, si è affidata a Giampaolo, tecnico che negli ultimi anni ha collezionato più esoneri e fiaschi che buoni risultati. Una scelta rischiosa, che risulta a tratti incomprensibile. Da questa estate 2015 i toscani escono decisamente ridimensionati e si candidano ad essere una delle papabili alla retrocessione in questa stagione a meno di clamorose sorprese.
FIORENTINA: finito il ciclo(buono, ma sfortunato) di Montella, la dirigenza viola si è affidata a Paulo Sousa, tecnico di respiro internazionale che a Basilea è arrivato allo step che precede la consacrazione. Tante le partenze significative dalla squadra del giglio, da quelle tutt'altro che indolori di Neto e Salah, passando per quelle di Aquliani e Savic, arrivando a quella più serenamente accettabile dell'ectoplasmatico Gomez. In entrata sono arrivati Sepe(che si giocherà il posto con Tatarusanu), Astori, Mario Suarez e Kalinic e il brasiliano Gilberto, giocatori che idealmente e chi più chi meno, vanno a prendere il posto dei partenti. La Fiorentina di quest'anno sulla carta appare meno forte rispetto a quella dell'anno scorso ed ha la considerazione relativa che si da ad una squadra in ricostruzione e con un allenatore nuovo. Ma bisogna fare attenzione, perché la squadra non è comunque scarsa, e soprattutto ha frecce importanti al suo arco. Se Babacar riesce a trovare continuità sotto porta, se Vecino si conferma sui livelli di Empoli e, soprattutto, se il talento cristallino di Federico Bernardeschi viene fuori,i viola possono confermarsi sullo standard delle stagioni precedenti. E se la sorte dovesse finalmente fare un sorriso al buon Pepito Rossi, può arrivare anche qualcosina in più.
FROSINONE: sulla carta la matricola laziale è la compagine più scarsa della Serie A. Il mercato ha portato in Ciociaria giovani come Verde,Chibsah, Longo e Leali, chiamati alla prova di maturità e giocatori come Diakitè e Rosi. Non proprio il massimo che si può chiedere al mercato. Bisogna però fare molta attenzione. E' sicuramente vero che la rosa non appare di livello adeguato, ma è altrettanto vero che ,come insegna l'Empoli dell'anno scorso(con tutte le dovute proporzioni del caso), nella lotta salvezza, avere un organico ben rinforzato può essere un vantaggio, ma avere delle idee di gioco chiare fa decisamente la differenza e in questo senso i gialloblu sono messi bene. Si restano una candidata se non la candidata principale alla retrocessione, ma guai ad attaccargli l'etichetta di squadra materasso, perché ci si potrebbe rimaner male.
GENOA: dopo l'Europa League sfumata per la Licenza UEFA, il Grifo riparte da Gasperini e da una squadra che, come spesso è successo ai rossoblu in questi anni, è decisamente cambiata nella sostanza. Persi dei pezzi importanti come Bertolacci, Iago Falque, Edenilson e Niang e in attesa di capire il futuro di Perotti, i rossoblu si presentano con una rosa che si presta alle idee di calcio di Gasperini, ma che non regge il paragone con la squadra dello scorso anno, almeno sulla carta(anche se va detto che anche il Genoa dello scorso anno a inizio campionato, non destava chissà quale entusiasmo), Difficile ripetere la stagione dell'anno scorso, più probabile una stagione onesta a metà classifica.
INTER: il mercato estivo ha portato nella Milano neroazzurra giocatori all'altezza del blasone della squadra(chiaramente in proporzione al momento che sta vivendo il calcio meneghino e più in generale italiano) a cui han fatto seguito le cessioni di Shaqiri(al limite dell'incomprensibile) e di Kovacic(più giusta, considerando l'enigma tecnico che regna attorno al giovane croato e la grossa plusvalenza). In generale la prima parola che viene in mente guardando a quest'Inter che per presentarsi al ballo delle grandi sta correndo grossi rischi economici è: confusione. Il materiale c'è, ma le recenti uscite in campo(per quanto sia pur sempre calcio estivo che lascia il tempo che trova) e le notizie di mercato, con l'inseguimento(sensato il giusto) di Perisic, denotano che in questo momento all'Inter ci sia la più totale confusione. Se i neroazzurri arrivassero in Champions League non ci sarebbe nulla da stupirsi, lo stesso varrebbe per un'altra stagione interlocutoria, con l'aggravante che, un'altra stagione interlocutoria, presenterebbe un salatissimo conto da pagare.
JUVENTUS: Dopo l'arrivo di Dybala, gli addii non preventivati di Pirlo e Tevez hanno sconquassato i piani di mercato dei vicecampioni d'Europa. Per sostituire Tevez la Juventus ha deciso di prendere Manzdukic, il top-player con la valutazione di mercato più accessibile. Il croato è un ottimo giocatore, che lavora tanto per la squadra e che più che segnare tanto, segna il giusto e sempre quando serve. Il suo arrivo però finirà inevitabilmente ad offuscare la luce o del numero 9(per quanto atipico) che c'era già ovvero Morata, o quella di Dybala, che rappresenta un investimento significativo che rischi di bruciare, a cui si aggiunge l'inspiegabile acquisto di Zaza come quarto attaccante. I veri problemi sorgono a centrocampo, perché l'addio di Pirlo, e quello successivo(probabilmente fisiologico, sicuramente significativo) di Vidal, sommati alle condizioni fisiche precarie del neoacquisto Khedira, rendono la mediana bianconera, fino all'anno scorso il punto di forza, qualcosa che avrà bisogno di essere plasmata con il tempo, in attesa di capire cosa porterà il mercato e se la 10 a Pogba rappresenta qualcosa di simbolico o pragmatico. Nonostante questo restano comunque la squadra da battere, ma quest'anno come non mai, un eventuale giro a vuoto in una qualunque parte della stagione(cosa possibile quest'anno), può essere pagato a caro prezzo.
ATALANTA: persi tre pezzi importanti come Benalouane, Zappacosta e Baselli(l'aspetto positivo di quest'ultima cessione e che verrà meno il dualismo con Cigarini) alla "Dea" sono arrivati Kurtic, l'olandese de Roon e il giovane Monachello, a cui si aggiunge il riscatto di Pinilla. La situazione degli orobici rispetto all'anno scorso non sembra particolarmente migliorata ed è più che probabile che i neroazzurri si ritrovino anche quest'anno invischiati nella lotta per non retrocedere e anche abbastanza a lungo.
BOLOGNA: una proprietà facoltosa, un ottimo allenatore, un dirigente navigato e Mattia Destro in attacco. Non proprio la vostra neopromossa di fiducia. I rossoblu, tornati in A dopo un anno di purgatorio allo stato attuale sono una squadra che può aspirare a qualcosa di più di una "semplice" salvezza. La rosa(oltre a quella del già citato Destro) con le aggiunzioni di Mirante, Rossettini, Crisetig, Rizzo, Brighi e Brienza, appare adatta a disputare un campionato di buon profilo. Se poi arrivasse il trequartista richiesto da Rossi, potrebbe anche scapparci la sorpresa, anche se per quest'anno la metà classifica è l'obiettivo più realistico.
CARPI: la matricola biancorossa ha optato per un mercato significativo, aggiungendo allo zoccolo duro che ha portato la squadra in A, giocatori come Brkic, Spolli, Martinho, Marrone, Gabriel Silva e Lazzari, gente di categoria che alla squadra allenata da Castori da sulla carta un quid significativo. Un salto di qualità significativo, forse fin troppo alto per una realtà virtuosa come quella carpigiana, arrivata dai dilettanti in Serie A nel giro di 6 anni ed abituata a fare calcio in un modo diverso da quello proposto in questo mercato. Lotteranno per non retrocedere, e tra le squadre che lottano per salvarsi, per ovvi motivi partono senza i favori del pronostico. Le possibilità che possano salvarsi son le stesse che il fiasco possa essere totale.
CHIEVO VERONA: l'obiettivo è sempre quello: salvezza tranquilla e tutti a casa. Per farlo i "mussi" hanno aggiunto alla rosa giocatori di buon tasso tecnico come Castro(che Maran conosce benissimo) e M'Poku a cui si aggiungono onesti mestieranti come Cacciatore e Gobbi e un giocatore come Pepe, desideroso di riscatto dopo anni difficili. Buoni innesti per raggiungere un obiettivo che appare decisamente alla portata, anche nel caso in cui, come spesso è successo negli anni, ci sia un cambio d'allenatore.
EMPOLI: finita l'era Sarri, la società azzurra, che ha perso pezzi importanti come Rugani, Valdifiori e lo stesso Tavano, si è affidata a Giampaolo, tecnico che negli ultimi anni ha collezionato più esoneri e fiaschi che buoni risultati. Una scelta rischiosa, che risulta a tratti incomprensibile. Da questa estate 2015 i toscani escono decisamente ridimensionati e si candidano ad essere una delle papabili alla retrocessione in questa stagione a meno di clamorose sorprese.
FIORENTINA: finito il ciclo(buono, ma sfortunato) di Montella, la dirigenza viola si è affidata a Paulo Sousa, tecnico di respiro internazionale che a Basilea è arrivato allo step che precede la consacrazione. Tante le partenze significative dalla squadra del giglio, da quelle tutt'altro che indolori di Neto e Salah, passando per quelle di Aquliani e Savic, arrivando a quella più serenamente accettabile dell'ectoplasmatico Gomez. In entrata sono arrivati Sepe(che si giocherà il posto con Tatarusanu), Astori, Mario Suarez e Kalinic e il brasiliano Gilberto, giocatori che idealmente e chi più chi meno, vanno a prendere il posto dei partenti. La Fiorentina di quest'anno sulla carta appare meno forte rispetto a quella dell'anno scorso ed ha la considerazione relativa che si da ad una squadra in ricostruzione e con un allenatore nuovo. Ma bisogna fare attenzione, perché la squadra non è comunque scarsa, e soprattutto ha frecce importanti al suo arco. Se Babacar riesce a trovare continuità sotto porta, se Vecino si conferma sui livelli di Empoli e, soprattutto, se il talento cristallino di Federico Bernardeschi viene fuori,i viola possono confermarsi sullo standard delle stagioni precedenti. E se la sorte dovesse finalmente fare un sorriso al buon Pepito Rossi, può arrivare anche qualcosina in più.
FROSINONE: sulla carta la matricola laziale è la compagine più scarsa della Serie A. Il mercato ha portato in Ciociaria giovani come Verde,Chibsah, Longo e Leali, chiamati alla prova di maturità e giocatori come Diakitè e Rosi. Non proprio il massimo che si può chiedere al mercato. Bisogna però fare molta attenzione. E' sicuramente vero che la rosa non appare di livello adeguato, ma è altrettanto vero che ,come insegna l'Empoli dell'anno scorso(con tutte le dovute proporzioni del caso), nella lotta salvezza, avere un organico ben rinforzato può essere un vantaggio, ma avere delle idee di gioco chiare fa decisamente la differenza e in questo senso i gialloblu sono messi bene. Si restano una candidata se non la candidata principale alla retrocessione, ma guai ad attaccargli l'etichetta di squadra materasso, perché ci si potrebbe rimaner male.
GENOA: dopo l'Europa League sfumata per la Licenza UEFA, il Grifo riparte da Gasperini e da una squadra che, come spesso è successo ai rossoblu in questi anni, è decisamente cambiata nella sostanza. Persi dei pezzi importanti come Bertolacci, Iago Falque, Edenilson e Niang e in attesa di capire il futuro di Perotti, i rossoblu si presentano con una rosa che si presta alle idee di calcio di Gasperini, ma che non regge il paragone con la squadra dello scorso anno, almeno sulla carta(anche se va detto che anche il Genoa dello scorso anno a inizio campionato, non destava chissà quale entusiasmo), Difficile ripetere la stagione dell'anno scorso, più probabile una stagione onesta a metà classifica.
INTER: il mercato estivo ha portato nella Milano neroazzurra giocatori all'altezza del blasone della squadra(chiaramente in proporzione al momento che sta vivendo il calcio meneghino e più in generale italiano) a cui han fatto seguito le cessioni di Shaqiri(al limite dell'incomprensibile) e di Kovacic(più giusta, considerando l'enigma tecnico che regna attorno al giovane croato e la grossa plusvalenza). In generale la prima parola che viene in mente guardando a quest'Inter che per presentarsi al ballo delle grandi sta correndo grossi rischi economici è: confusione. Il materiale c'è, ma le recenti uscite in campo(per quanto sia pur sempre calcio estivo che lascia il tempo che trova) e le notizie di mercato, con l'inseguimento(sensato il giusto) di Perisic, denotano che in questo momento all'Inter ci sia la più totale confusione. Se i neroazzurri arrivassero in Champions League non ci sarebbe nulla da stupirsi, lo stesso varrebbe per un'altra stagione interlocutoria, con l'aggravante che, un'altra stagione interlocutoria, presenterebbe un salatissimo conto da pagare.
JUVENTUS: Dopo l'arrivo di Dybala, gli addii non preventivati di Pirlo e Tevez hanno sconquassato i piani di mercato dei vicecampioni d'Europa. Per sostituire Tevez la Juventus ha deciso di prendere Manzdukic, il top-player con la valutazione di mercato più accessibile. Il croato è un ottimo giocatore, che lavora tanto per la squadra e che più che segnare tanto, segna il giusto e sempre quando serve. Il suo arrivo però finirà inevitabilmente ad offuscare la luce o del numero 9(per quanto atipico) che c'era già ovvero Morata, o quella di Dybala, che rappresenta un investimento significativo che rischi di bruciare, a cui si aggiunge l'inspiegabile acquisto di Zaza come quarto attaccante. I veri problemi sorgono a centrocampo, perché l'addio di Pirlo, e quello successivo(probabilmente fisiologico, sicuramente significativo) di Vidal, sommati alle condizioni fisiche precarie del neoacquisto Khedira, rendono la mediana bianconera, fino all'anno scorso il punto di forza, qualcosa che avrà bisogno di essere plasmata con il tempo, in attesa di capire cosa porterà il mercato e se la 10 a Pogba rappresenta qualcosa di simbolico o pragmatico. Nonostante questo restano comunque la squadra da battere, ma quest'anno come non mai, un eventuale giro a vuoto in una qualunque parte della stagione(cosa possibile quest'anno), può essere pagato a caro prezzo.
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