E dopo l'articolo sulla Western Conference Finals, ecco l'articolo sulla Eastern Conference Finals. A sfidarsi le due squadre che hanno scelto di puntare sui "big three", ovvero tre giocatori di talento purissimo e una manica di comprimari. I primi sono i tanto vituperati Miami Heat della triade Bosh(di cui bisogna valutare le condizioni dopo l'infortunio) Wade e soprattutto LeBron James, un giocatore che riscuote le stesse simpatie di un esattore fiscale. Dall'altro lato abbiamo la storia del gioco, ovvero i Boston Celtics di Pierce, Allen e Garnett, campioni nel 2008, finalisti nel 2010, all'assalto delle Finals prima del prepensionamento. Gli Heat, o Hate se preferite, arrivano a queste ECF da secondi del Seed, dopo aver eliminato gli "irresistibili" New York Knicks per 4-1 e più agguerriti Indiana Pacers vincendo per 4-2 non senza patemi d'animo. Rispetto alla squadra che l'anno scorso soccombette a Dallas c'è qualche differenza, non particolarmente evidente dal punto di vista del gioco. Gli Heat infatti continuano a mostrare un'ottima intensità in difesa e un gioco offensivo non pervenuto che si regge tutto sugli isolamenti di Wade e James, sugli scarichi da 3 per Miller o per Battier, o sulla palla dentro per Bosh. Sostanzialmente una squadra non bella da vedere ma con "qualche freccia in faretra". Un fattore decisivo può essere la voglia di LeBron James di vincere il titolo tanto agognato, la cui assenza continua a fomentare lo spirito degli haters del mondo, nonostante tre titoli di MVP e un bagaglio tecnico notevole. I Boston Celtics invece arrivano alle ECF dopo una Serie ben giocata contro Atlanta, battuta 4-2 e dopo una lunga battaglia durata sette gare, in una serie davvero brutta contro i Philadelphia 76ers. Come già detto i Celtics dell'edizione "Big Three" hanno l'ultima possibilità di giocarsi qualcosa di importante, nonchè la possibilità di rifarsi sugli Heat, che con loro negli scorsi Playoff hanno letteralmente scherzato, imponendosi per 4-1. La squadra di Rivers, che cavalca lo tsunami generato dall'infortunio di Derrick Rose che ha di fatto messo fuori dai giochi Chicago, può contare, rispetto all'anno scorso, in Brandon Bass, erede degno più per la caratura tecnica che per le caratteristiche di Perkins, che secondo me da quelle parti rimpiangono ancora, vista la sua funzione fondamentale in una squadra che ha fatto due Finals in tre anni vincendone una. A completare il roster una serie di onesti mestieranti NBA come Dooling, Hollins ,Daniels e Pietrùs, i rookie Moore(visto anche a Treviso), Johnson e Stiemsma, mentre mancherà una delle rivelazioni Celtics di quest'anno, cioè Avery Bradley che nella scorsa gara 7 contro i Sixers ha finito la stagione. Ma il vero leader di questa squadra è uno di quelli che non fa parte ne dei Big Three, ne dei comprimari e si chiama Rajon Rondo. Le sue grandi doti di agonista combinate a quelle di passatore e rimbalzista lo rendono senza dubbio il vero leader della squadra, nonostante non si possa definire un tiratore affidabile. Può diventare uno dei fattori della serie, perché per difendere sulle sue sortite James e Wade dovranno fare del lavoro extra. Nella sfida vedo meglio Miami, perché a parità di tasso tecnico, la maggiore freschezza anagrafica e la fisicità dominante degli Heat, dovrebbe prevalere su un gruppo molto attempato come quello di Boston, che, a prescindere dal risultato, chiuderà in maniera onorevole un'importante pagina della sua storia recente, che l'ha vista tornare vincente dopo anni di oblio. Questo però non vuol dire che per Miami sarà una passeggiata di salute, visto che il canto del cigno dei senatori può rivelarsi fastidioso e il numero nove in maglia bianco verde può far saltare il banco a suo piacimento. Detto questo pronostico un 4-2 Heat e auguro buone finali di Conference a tutti!
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