Regine di Spagna
Per la prima volta a distanza di 5 anni il Barcellona non porta a casa nessuna competizione in ambito nazionale. A far festa proprio Real Madrid ed Atletico. I primi, hanno conquistato la Coppa del Re, battendo prima proprio l'Atletico in semifinale(vendicandosi della sconfitta patita lo scorso anno in finale) e poi il Barcellona, grazie ad un gol stupendo di Bale. In campionato invece a trionfare a 18 anni di distanza i Colchoneros, che al termine di un cammino perentorio, nonostante i tentennamenti delle ultime giornate, hanno portato a casa il successo finale. Un traguardo incredibile considerando il potenziale economico nettamente inferiore a quello che hanno a disposizione sia il Real che il Barcellona a cui si aggiunge la cessione inevitabile di Falcao nel giugno scorso. La dimostrazione che nel calcio i soldi contano, ma che lavorando con metodo si può ancora vincere.
Atletico Madrid: se l'appetito vien mangiando...
Diciamocela tutta. Se qualcuno fosse venuto da noi appassionato di calcio a dirci che l'Atletico Madrid avrebbe fatto questa stagione ci saremmo spanciati dalle risate, ma non perché l'Atletico Madrid è una brutta squadra, negli anni passati ha fatto cose egregie. Lo avremmo fatto perché, tenendo conto del livello della Champions e del fatto che il tuo miglior giocatore l'hai dovuto cedere per quadrare il bilancio, allora è impossibile pure profilare scenari utopistici. Come già detto però, con un lavoro logico, inquadrato e metodico, nel calcio si possono fare grandi cose, anche vincere contro ogni pronostico. Le chiavi del successo Colchoneros? Condizione atletica smagliante, spirito di gruppo, idee semplici e giuste attuate con soluzione di continuità in maniera sempre ottimale. A dirigere l'orchestra Diego Pablo Simeone, allenatore che alla grinta che aveva da giocatore ha abbinato un senso tecnico-tattico che si vede oggi in pochissimi allenatori, che puta caso stanno tutti al vertice. Un gioco quello dell'Atletico Madrid, fatto di lotta, di fatica, di pressing incessante ma anche di bellissime giocate collettive, specie sulle fasce dove i colchoneros hanno dimostrato un eccellente capacità di allargamento del campo. La squadra è molto elastica, tanto lunga e ampia in fase offensiva, quanto compatta e stretta in fase di non possesso. Tantissimi gli uomini chiave della squadra di Simeone, a cominciare dal reparto difensivo, dove i terzini Juanfran e soprattutto Filipe Luis(escluso da Scolari per il mondiale ad appannaggio di Maxwell, scelta incomprensibile) garantiscono spinta e copertura, mentre la coppia di centrali Miranda-Godin(prossimo avversario dell'Italia) si è rivelata per rendimento tra le migliori d'Europa. A impressionare in particolar modo però è il centrocampo dei colchoneros, un centrocampo vastamente assortito e molto duttile, in cui i giocatori sono stati chiamati ad interpretare ruoli diversi in varianti diverse dal centrocampo 2-3 del 4-2-3-1 passando per quello a 4 in linea e sparute volte anche quello a rombo, sempre con ottimi risultati. Difficile scegliere chi è stato il migliore in assoluto, ma viene difficile non menzionare l'eccellente stagione di Koke, esterno destro che ha funto anche da playmaker avanzato con ottimi risultati in termini realizzativi(7 gol e 18 assist tra campionato e coppe), quella di Gabi, capitano e leader non solo umano ma anche tecnico, e quella di Raul Garcia, che grazie alla sua duttilità che gli consente di interpretare tutti i ruoli del sistema dell'Atletico si è saputo ritagliare un suo spazio sia da titolare che da subentrato garantendo oltre alla sostanza, anche un grande apporto in fase offensiva, dimostrandosi elemento prezioso. In attacco l'hombre de la historia si chiama Diego Costa, chiamato al duro compito di non far rimpiangere Falcao dopo esserne stato un'ottima spalla, ha risposto con una stagione strepitosa condita da 36 gol, 7 assist ed una quantità invereconda di botte prese e date(soprattutto prese) per la squadra. A completare il quadro un Villa a fine carriera che però la sua parte l'ha fatta, ed un Adrian che senza particolari acuti(ad eccezione della tibiata che ha aperto la strada alla vittoria contro il Chelsea in semifinale) si è reso utile alla causa. Ingredienti che sommati hanno dato vita ad uno degli imprevisti più piacevoli della storia, ovvero la vittoria della Liga e adesso questa finale. Se l'appetito vien mangiando...
Real Madrid: l'obsesion della decima
Lo scorso anno in questo periodo l'era Mourinho volgeva al termine, portando con se una Coppa del Re, un titolo nazionale, tre semifinali consecutive, e soprattutto tantissime polemiche. Il bilancio del triennio dello Special One non è stato negativo, ma l'ambiente non ha retto la sovrastruttura ideologica del Mou-Pensiero, crollando miseramente negli ultimi tre mesi di stagione. Alla Casa Blanca c'è stata l'ennesima costosissima rivoluzione. Fuori Ozil, Higuain, Kakà, Callejon, Albiol e Carvalho, dentro i talentini spagnoli Carvajal, Illarramendi e Isco, campioni d'Europa con le "Furiette rosse" e reduci da stagioni esaltanti, e soprattutto Gareth Bale, arrivato dal Tottenham per l'invereconda cifra di 100 milioni di euro, che sommata ai 76 milioni già spesi per i tre giovani spagnoli fa un totale di 176 milioni. A dirigere le operazioni è stato chiamato Carlo Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti del corrente secolo. L'obiettivo più o meno dichiarato è sempre quello: la decima. Ovvero la Coppa dei Campioni che manca nella bacheca delle Merengues da 12 anni. Ancelotti la Champions League l'ha vinta per due volte con il Milan, non partendo mai necessariamente da favorito e avendo a disposizione ottime squadre ma non le migliori. Il Real parte dunque tra mille polemiche per le spese faraoniche ed una grandissima curiosità nel vedere come si integreranno Bale e colui che è stato spodestato dal trono di acquisto più caro della storia del calcio, ovvero Cristiano Ronaldo, il leader tecnico del Real. La prima parte di stagione è un po' così. Il Real che gioca come giocava l'anno prima con Isco al posto di Ozil e un rampante Carvajal in procinto di fare le scarpe al tristissimo Arbeloa, domina le partite che deve dominare, passa agevolissimamente il girone di Champions, ma negli scontri diretti non brilla e a novembre si infortuna pure Khedira, l'equalizzatore del centrocampo. Poi a gennaio contro l'Espanyol arriva il colpo di genio in stile Pirlo regista: Di Maria mezz'ala e si passa al 4-3-3. L'argentino, che con l'acquisto di Bale diventava una riserva davvero troppo di lusso, trova la sua dimensione ideale in un modulo dove ha licenza di uccidere e campo per correre, sul lato opposto del reparto Modric ha spazio ulteriore per creare e inserirsi, in mezzo Xabi Alonso in posizione leggermente arretrata libero di impostare il gioco. Davanti tre nomi, tre garanzie. Il Real è devastante, ad eccezione dei match di ritorno in campionato contro Barca e Atletico(giocati comunque egregiamente), asfalta praticamente tutto quello che trova, vince come detto la Coppa del Re ed in Champions non fa prigionieri, regolando tre avversarie tedeschetra cui il Bayern campione di tutto, con una semplicità sconvolgente soffrendo soltanto nella partita di ritorno contro il Borussia Dortmund. A qualificazione raggiunta è arrivato il calo che di fatto è costato, nella grande frenata del gruppo di testa della Liga, il titolo spagnolo, andato agli amici Colchoneros. Nessuno lo dice, tutti lo pensano e soprattutto lo sanno. Da quel momento la testa si è proiettata a Lisbona e a sabato sera, perché la decima era lo scopo di partenza, la pressione è tutta sul Real che a differenza dell'Atletico ha tutto da perdere e che laddove dovesse perdere proprio con l'Atletico vedrebbe la materializzazione di quello che per un Merengues è un incubo talmente brutto da non affacciarsi nemmeno in sogno per manifesta violenza psicologica.
Come arrivano le squadre alla finale?
Tantissime motivazioni ma anche tante assenze. Nell'Atletico Madrid è quasi certo il forfait di Diego Costa, e molto probabile quello di Turan, mentre nel Real che sarà già privo dello squalificato Xabi Alonso sono in forte dubbio Pepe, Benzema e Cristiano Ronaldo, tutti e tre infortunati. E' comunque impossibile che questi giocatori scendano contestualmente in campo. Grande è dunque la curiosità di vedere come le due squadre si presenteranno in campo e le ipotesi sono molteplic
Atletico Madrid
Ribadire la pesantezza delle assenze con altre argomentazioni sarebbe lapalissiano, allora vediamo quali potrebbero essere le possibili soluzioni in casa Atletico. Nella partita del titolo, in cui Costa e Turan si sono infortunati, Simeone schierava il 4-4-2 di partenza(con la stessa identica formazione di partenza del match di andata con il Real al Bernabeu), che non è cambiato fino alla terza sostituzione anch'essa forzata di Adrian(che ha sostituito Costa)per Sosa passando al 4-2-3-1. Nei quattro precedenti di stagione una vittoria nel girone di andata, un pareggio e due sconfitte pesanti in coppa del Re. Nelle due sconfitte in Coppa Simeone ha schierato una formazione di qualità con Koke schierato come regista all'andata, pagando pesantemente dazio. Appare molto più probabile dunque che il "Cholo" per questa finale, pur senza rinunciare all'aggressività che caratterizza i colchoneros, decida di vestirsi pesante, come ha fatto nella sfida di ritorno in campionato finito. Probabile dunque che a prendere il posto di Turan sia quel Raul Garcia che quest'anno in campionato ha fatto pure la punta. Di lettura più difficile la sostituzione di Diego Costa. Se da un lato non è così improbabile che Simeone voglia mettere le due punte, dall'altro lato si potrebbero presentare diverse problematiche. La prima è che Adrian-Villa è un attacco troppo leggero da mandare contro la difesa Merengues, la seconda è che in caso di necessità di recuperare il risultato, non avere giocatori puramente offensivi da mandare dalla panchina potrebbe rivelarsi un rischio non da poco. Più probabile mi pare l'utilizzo di un 4-2-3-1, il modulo prediletto dal Cholo, con la conferma in blocco di difesa e centrali di centrocampo(Tiago è in splendida forma attualmente) con l'inserimento di uno tra Diego(che ti garantirebbe qualità di palleggio negli ultimi metri) e Sosa(che ti da un certo tipo di profondità), meno probabile invece la partenza da titolare di Cebolla Rodriguez che però un ruolo in questa partita, potrebbe anche averlo.Non ci sarebbe nemmeno da stupirsi se accanto a Gabi Simeone decida di mettere Mario Suarez per blindare il centrocampo e provare a contenere i rischi. Unica incognita del modulo con unico terminale offensivo gli attaccanti in forma e a disposizione. A livello tecnico Villa non si discute, è il delantero per eccellenza, ma la consistenza fisica è quella che è e lo spunto non è più quello dei bei tempi, Adrian da Villa ha tanto da imparare, ma sicuramente potrebbe dare maggiore profondità all'attacco.
Probabile formazione Atletico Madrid(4-2-3-1)
Courtois; Juanfran, Miranda, Godin, Filipe Luis; Gabi, Tiago(Mario Suarez); Koke, Diego(Sosa), Raul Garcia; Villa
Real Madrid
Più dubbi che certezze in casa Blancos. Non tanto dal punto di vista del canovaccio tattico che dovrebbe rimanere invariato, ma dal punto di vista delle scelte di formazione, difficili, specie considerando le possibili assenze. Partiamo dalla difesa, l'unico sicuro del posto è Sergio Ramos, lo sarebbe stato anche Pepe non fosse che è in dubbio e in quel caso giocherebbe Varane. A rigor di logica i terzini dovrebbero essere Carvajal(ottima stagione) e Marcelo, che però appare meno intoccabile viste le ottime partite di Coentrao(credo che l'unico dubbio sia legato proprio all'out di sinsitra). Dubito che Ancelotti possa stupire tutti e decidere di puntare su Arbeloa che fa i suoi compitini, Qui le ipotesi sono davvero molteplici. Se il sostituto naturale di Pepe risponde al nome di Varane, più difficile sarà scegliere chi giocherà sulla mediana al posto di Xabi e come assemblare l'attacco con la possibile contumacia di uno tra Benzema e Ronaldo. A centrocampo le ipotesi concrete a mio modo di vedere son due: o anche qui gioca il sostituto di Xabi Alonso, ovvero quell'Illarramendi che sicuramente si farà ma che ancora non pare aver sviluppato la personalità giusta a livello europeo, oppure Modric va in cabina di regia e a fare la mezz'ala ci va l'appena rientrato Sami Khedira, la cui sostanza può tornare più che utile in fase di non possesso. E ora passiamo all'attacco. Ancelotti è uno che i suoi rischi se li prende, ma non osa mai troppo. Più inverosimile invece l'utilizzo di Ramos a centrocampo come nel clasico di andata, specie se Pepe non dovesse farcela. Se Benzema e Ronaldo sono contestualmente in dubbio è difficilissimo che li metta tutti e due in campo sapendo che due brucerebbe due sostituzioni e se uno dei due termini di scelta si chiama Ronaldo allora l'altro salta sicuramente, a meno che il portoghese non dia lui forfait. Anche qui le ipotesi sono molteplici. Il vice Benzema è Alvaro Morata, ottima promessa, che ha un buon fiuto del gol ma che rischia di fare un salto troppo grande dopo una stagione da rincalzo(con ottimi numeri sia chiaro ma sempre da rincalzo). A quel punto, tenendo anche conto dell'infortunio grave di Jesè Rodriguez, Di Maria potrebbe tornare al ruolo originale di esterno destro, con Bale a sinistra come nella finale di Coppa del Re, con Ronaldo a fare il centravanti. Meno probabile l'utilizzo di Isco come esterno d'attacco, non è lento ma non ha quel tipo di passo. A quel punto si libererebbe un altro posto a centrocampo e fisiologicamente lo dovrebbe prendere Illarramendi, a meno che non decida di giocare con Casemiro o decida di osare Isco, che in quel ruolo ci ha giocato e che potrebbe trarre giovamento dalla presenza di Khedira che a quel punto diverrebbe certa. Altrimenti si va per gerarchie e giocano i naturali sostituti dei giocatori assenti, cosa di cui, conoscendo Ancelotti, ho qualche dubbio.
Probabile formazione Real Madrid (4-3-3)
Casillas; Carvajal, Ramos, Pepe(Varane), Marcelo(Coentrao); Khedira, Modric; Ilarramendi(Isco); Di Maria, Ronaldo, Bale
Che partita sarà?
Un derby è sempre un derby in qualunque situazione, figuriamoci nel contesto di una finale di CL dove tutto è clamorosamente amplificato, perché la CL può far discutere sulla forma ma non sul contenuto. Da un lato un Atletico Madrid che ha già vinto la Liga e che per quanto mentalmente carico non ha assolutamente nulla da perdere e che comunque vada uscirà tra gli applausi. Dall'altro lato un Real Madrid che ha già vinto un trofeo ma che vuole e in un certo senso deve, vincere il trofeo, pena una stagione che finirebbe sotto damnatio memoriae. Perdere una finale è già dura, perderla con i rivali cittadini, come già detto manco nel peggiore incubo che puoi fare la notte. Il Real partirà con un impressionante quantità di pressione. Che partita sarà dipenderà dalla capacità dei blancos di reggere lo stress e di trasformarlo in motivazione e benzina mentale. Se la squadra sarà capace di farlo allora credo che alla fine il maggior talento del Real, seppur di misura. Ma se il Real mostrerà anche solo un momento di debolezza l'Atletico Madrid non si farà problemi ad approfittarne e porterà a casa la coppa. Al di la di ogni ipotesi ed elucubrazioni tecnico tattiche sarà questo tipo di dettaglio a fare la differenza.
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