lunedì 7 luglio 2014

Luglio 2014-Postille neroazzurre.

Mentre la Febbre mondiale sta per raggiungere i 42 gradi ed è pronta a far scoppiare il termometro, le squadre di club incominciano a mettere le basi per preparare la stagione e anche l'Inter non è da meno, c'è da prepararsi bene per Agosto, per il preliminare di Europa League. E' la prima stagione intesa in senso estensivo dell'era Thohir, ed è una stagione difficile da decifrare. L'era Moratti è definitivamente finita, Zanetti ha dismesso il completo da gara per mettere quello da gala(vicepresidente, e magari un giorno quel vice lo togliamo) e bisogna ricominciare a fare sul serio. O quantomeno provarci.


Il dilemma di quello che viene dopo Zanetti

Quando ero a San Siro il giorno di Inter-Lazio mi sentivo male ma non malissimo: sapevo che sarebbe stata l'ultima del CAPITANO, MITO, LEGGENDA JAVIER ZANETTI(scusate se son di parte), ma A Agosto era lontano, B pensavo che sarebbe rimasto Cambiasso anche da panchinaro. Adesso Cambiasso è svincolato e Agosto e schifosamente vicino. E mi sento malissimo adesso, perché A, devo realizzare l'idea che quel 4 su e giù lo vedrò solo alle partite vecchie glorie, B Mazzarri ha deciso di assegnare la fascia per anzianità di servizio. E i due giocatori che giocano da più tempo sono Yuto Nagatomo e Andrea Ranocchia. Sul primo mi limito a dire: "Yuto ti voglio bene ma non sei cosa", ma se penso al secondo mi viene da piangere. Lo abbiamo aspettato manco fosse Godot, fa una partita buona e dieci pessime, è alto un metro e novanta ma è totalmente privo di cattiveria e quella gamba la mette come la mette una matrona nella vasca per controllare la temperatura dell'acqua, timidamente e timorosamente. Si fa fatica a vederlo come titolare, figuriamoci come capitano(pardon, come quello che viene dopo il capitano). Due soluzioni potrebbero essere Handanovic e Palacio, giocatori esperti e tra i più talentuosi, ma non necessariamente(soprattutto il Trenza) giocatori di leadership. E allora l'idea che ho(e che hanno in tanti) è semplice ma giusta: diamola a Vidic. E' un campione, è grande, grosso, vecchio il giusto, cattivo, ed ha vestito per anni una fascia altrettanto pesante. L'uomo giusto è lui..

MERCATO: lavorare con metodo

In cuor nostro sognavamo un proprietario che spendesse come il Moratti dei tempi d'oro con la speranza che non lo facesse a cazzo. Non è assolutamente così. L'idea di Thohir è quella di fare investimenti mirati, senza spendere troppo, per rendere l'Inter una squadra economicamente solida cercando di conciliare buoni risultati sportivi al rilancio del brand. L'idea di per se è giusta, anche se si concilia poco con la voglia e la fame di una piazza, che dovrà ritirar fuori il saper soffrire che l'ha contraddistinta per anni. Il primo acquisto è stato Vidic, si ok, non giovane, ma comunque un grande affare. Adesso sono arrivati M'Vila e Dodo, e il naso un po' si storce, perché non sono grandi nomi., almeno all'apparenza. M'Vila è una buona presa che può diventare una grande presa. Era una stellina ai tempi del Rennes, poi ha fatto una scelta d'amore per soldi andando al Rubin Kazan, dove si è perso nel successivo clima di disfacimento generale, facendo le bizze anche in nazionale, dove sembrava pronto per diventare un punto fermo. Un giocatore come lui, poca eleganza, tanta sostanza può diventare perfetto per l'idea che ha Mazzarri, ovvero Kovacic ed Hernanes a giostrare con qualcuno che li protegga dietro e che a tempo perso ti mangia le tibie dell'avversario. Su Dodo discorso diverso. C'è il talento, ma il giocatore è apparso ancora a tratti discontinuo ed è inoltre reduce da un infortunio serio, e un mercato di sole scommesse non va bene ad una squadra che ha bisogno di completare il quadro delle certezze. Bisogna lavorare con metodo, senza l'ansia di avere un superfenomeno fuori portata per i parametri dell'Inter e del calcio italiano, anche con poche risorse ma spese bene, senza però nemmeno sperare di poter fare un mercato di soli giocatori talentuosi che necessitano di rilancio. E soprattutto lavorare in uscita per avere risorse monetarie da spendere, leggere alla voce Guarin e Alvarez. Senza perdersi in suggestioni in stile Pato...


LA MAGLIETTA: ci vuole un po' di rispetto

Mi ero sganasciato dalle risate nel vedere l'orribile maglietta del Milan, poi ho visto la nostra e il sorriso mi si è spento. Righine gessate azzurre su sfondo nero, come un tight di cattivo gusto in una serata in un esclusivo circolo nel superattico al centesimo piano. Non va bene. Più dei giocatori, più di un logo, più di un presidente, a rappresentare una squadra e la sua storia è la maglia, la divisa che indossi, che rappresenta meglio di qualunque altra cosa la ratio morale e storica di una squadra. E la nostra bellissima maglia è a strisce neroazzurre. Poi le puoi fare più strette, più larghe, con un azzurro molto scuro che sembra quasi blu o più chiaro. Ma le righine gessate solo perché sono glamour, trendy, fanno figo, vendono di più, sono irrispettose e insultanti, sia per la storia dell'Inter che per i tifosi dell'Inter. Ci vuole un po' di rispetto

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